mercoledì 6 gennaio 2021
Il litigio con la famiglia, le giornate passate in macchina e all’aperto, poi la svolta nell’incontro con due volontari. «Grazie a chi ha saputo aiutarmi»
L'ex clochard che adesso fa l'infermiere. «Il bene vince»

Fotogramma archivio

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Ci sono storie di vita che rappresentano molto più di una storia di riscatto: non bisogna voltarsi dall’altra parte perché la vita è un cerchio in cui nessuno si salva da solo, come ha sottolineato papa Bergoglio. E la storia che incarna questo ventiduenne di Teramo è un segno di speranza per il futuro, una 'fiaba' realmente accaduta che ispira fraternità e umanità in questo tempo di Natale. Una vicenda toccante ed esemplare: un ragazzo che da clochard viene 'adottato' da due infermieri sconosciuti, si laurea e inizia a lavorare.


Il litigio con la famiglia, le giornate passate in macchina e all’aperto, poi la svolta nell’incontro con due volontari:
«Grazie a chi ha saputo aiutarmi»

Ventidue anni, giovanissimo, ma già con una vita difficile alle spalle. Preferisce restare anonimo. «Negli ultimi anni – racconta – mi sono ritrovato di fronte a tanti conflitti familiari, non delle semplici discussioni adolescenziali ma delle situazioni che mi hanno davvero creato sconforto, tristezza e dolore non di poco conto. Così è arrivato quel giorno in cui ho deciso che ormai non avevo davvero più nulla da perdere e, senza sapere dove dormire, dove mangiare o di che vivere ho lasciato la mia casa.

Quella casa che non era più il rifugio caldo, confortante ed amorevole che ogni casa dovrebbe essere ma piuttosto una fornace di violenza fisica e morale». Meglio il nulla rispetto al vivere in quella casa. Il ragazzo decide di passare le sue giornate in macchina e per lavarsi si reca nei bagni del pronto soccorso del nosocomio cittadino. Poi un giorno la situazione cambia, e la bella storia sta nel fatto che questo ragazzo prova a cambiarla con tante altre persone vicine. «Ero un clochard e potevo continuare ad esserlo. Però sono stato aiutato da tanti amici che mi hanno ospitato nelle loro abitazioni, offrendomi anche i pasti. Poi andavo a fare le notti come volontario, e lì c’era la disponibilità di una cucina e di una doccia». Ad un certo punto conosce due infermieri che lo prendono per mano e iniziano ad ospitarlo nelle proprie case senza nemmeno conoscerlo. «Sono stati una vera famiglia per me – sottolinea il ragazzo di Teramo – e mi hanno fatto la proposta di rimanere da loro finché non mi fossi laureato in Scienze infermieristiche ».

Il ragazzo, ex clochard, si mette sotto: studia con profitto e riesce a farcela con il massimo dei voti. «Non mi darò pace finché non avrò ringraziato tutti. A partire dagli infermieri e dai medici di Teramo, ai professori dell’Università dell’Aquila, ai tantissimi che hanno incontrato il mio sguardo e mi hanno sorriso, mi hanno offerto anche solo un caffè. Perché per loro oggi posso dire che questo mio presente, che è così pesante per tutti dal punto di vista dell’emergenza sanitaria, mi ha ricompensato di tutto. Voglio dire una cosa a tutti: abbiate sempre riconoscenza per i valori umani di solidarietà ed amore», racconta il ragazzo. Dall’inizio del mese di dicembre il ragazzo teramano è ufficialmente iscritto all’albo degli infermieri. E un’altra bella notizia è lui stesso a comunicarcela. «Sono in attesa di firmare un contratto di lavoro. Speriamo bene, spero di diventare un buon infermiere: inizierò a lavorare per costruirmi una vita nuova da zero». Quanto al periodo che stiamo vivendo, di grande difficoltà, «voglio essere testimone di un messaggio di speranza, solidarietà e conforto – dice – per tutte le persone che stanno vivendo un periodo di dolore non soltanto fisico ma anche morale». Il bene trionfa sempre.


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