giovedì 12 maggio 2016
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ROMA Paola Binetti ha votato la fiducia, ma ha detto 'no' al testo delle unioni civili già approvato al Senato. La deputata dell’Udc (componente di Area Popolare, che ha votato invece favorevolmente) vede ancora troppe ambiguità e troppa voglia di forzare. «Sarebbe stato giusto che la delega alle adozioni fosse stata attribuita al ministero della Famiglia», segnala. «Non vorrei che l’attribuzione, invece, al ministro Boschi, notoriamente favorevole alla stepchild, sia un altro segnale». Come spiega la sua scelta nel voto? La fiducia riflette un giudizio positivo sull’operato del governo, e una speranza per quello che potrà ancora fare nei restanti 18 mesi di legislatura, nella consapevolezza che non c’è un’alternativa ad esso se non le elezioni. Prospettiva, questa, molto problematica per la situazione del Paese. Il dissenso sul testo, invece, riguarda oltre al metodo una serie di contenuti ambigui di questo disegno di legge, nonostante l’indubbio apporto migliorativo di Ap e Udc. I dubbi da che cosa nascono? È bene che siano stati riconosciuti diritti di carattere patrimoniale, includo la casa e arrivo fino alle pensioni di reversibilità. Ma poi ci si è spinti fino a stressare al massimo la similitudine fra questo nuovo istituto e il matrimonio. Mi riferisco in particolare al punto 20, che rimanda a tutte le previsioni del codice in cui è contenuta la parola 'coniuge' o 'marito' e 'moglie'. Ci sono ambiguità anche sul piano linguistico, penso anche al riferimento all’«indirizzo della vita familiare », che rendevano impossibile per me votare 'sì'. Sul metodo, invece, il dissenso è per la fiducia? Non solo. Anche per l’assenza di una discussione in Commissione, al Senato come alla Camera. È statisticamente improbabile che neppure uno degli emendamenti presentati, tutti ignorati in blocco, contenesse un apporto migliorativo rispetto al testo del Senato. C’era voglia di chiudere. Renzi festeggia, il ministro Boschi esibisce il nastrino arcobaleno. Il ministro Boschi indossa la coccarda... Ma intanto, proprio in questo frangente, incassa una delega importante, alle adozioni. Ap ha rivendicato il ministero della Famiglia, ci si aspettava che includesse le adozioni, come in passato. Mi sarei aspettata, in effetti, che questa delega fosse di competenza della Famiglia. Ed è una ragione in più per vigilare nelle prossime settimane. Ho presentato un’ordine del giorno per chiedere al governo di rendere operativi tutti gli aspetti contenuti nelle mozioni approvate contro l’utero in affitto. In tempi brevi, come accaduto per le unioni civili. Le adozioni, ora, con Boschi rientreranno nelle Pari opportunità. Ho troppo rispetto per il ministro per lanciare un allarme preventivo. Ma non vorrei mai che questa nomina, a cavallo dell’approvazione delle unioni civili, voglia significare che, proprio in nome delle pari opportunità, dovranno essere cancellate le diversità che questa legge contiene rispetto al matrimonio egualitario, relative soprattutto alla presenza dei figli. Non vorrei insomma che la rimozione delle disparità comporti di abbandonare la strada scelta della nuova formazione sociale, facendo leva sulla genericità del punto 20. Per questo ho votato no. Angelo Picariello © RIPRODUZIONE RISERVATA
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