giovedì 17 marzo 2016
Il parroco che da anni denuncia i mancati interventi per la salute nell'area del petrolchimico di Augusta (in provincia di Siracusa) resterà al suo posto. Dal pulpito aveva denunciato i numerosi casi di tumore. 
Don Prisutto continua lotta contro chi inquina
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Don Palmiro Prisutto, il parroco che ha denunciato dal pulpito i numerosi casi di tumore nell’area del Polo Petrolchimico di Siracusa, resta arciprete della chiesa Madre di Augusta. Lo ha confermato la Curia siracusana. «Le parole di don Palmiro, pronunziate durante la messa di domenica scorsa, sono il chiaro segno della sua volontà di comunione alla quale da tempo con paterna fermezza lo esortavo», ha detto Salvatore Pappalardo, arcivescovo di Siracusa. Qualche giorno fa si era diffusa la notizia di una richiesta di dimissioni dell’arcivescovo all’arciprete di Augusta. Alla base della richiesta, secondo la Curia, le tensioni nella comunità ecclesiale ed i rapporti con le Confraternite. Era scattata una mobilitazione cittadina con un sit-in organizzato in piazza per chiedere che don Palmiro rimanesse al suo posto. Durante la messa, don Palmiro in una lettera aveva invitato alla riconciliazione. E all’arcivescovo questo pas- so in avanti è bastato. «La vicenda è stata strumentalizzata – ha affermato don Palmiro Prisutto –. Ho sempre invitato tutti a non essere contro. Purtroppo le mie affermazioni hanno dato adito a fraintendimenti e mi hanno rattristato gli attacchi rivolti all’Arcivescovo e con lui alla Chiesa diocesana». Parole che hanno stemperato le tensioni alimentate anche da ricostruzioni giornalistiche che hanno allarmato i fedeli. «Quando tre anni fa il vescovo mi ha nominato parroco della Chiesa Madre – ha detto il sacerdote – mi sono subito reso conto della sua vicinanza, e della sua condivisione alle mie battaglie». Martedì sera la curia aretusea aveva diffuso un comunicato il cui testo era stato condiviso da don Prisutto e nel quale si ricordava che «un anno fa tutti i sacerdoti di Augusta, su sollecitazione dell’arcivescovo, hanno scritto una lettera alla comunità nella quale, tra le altre cose, si ricordava il mancato avvio di iniziative miranti alla salvaguardia del territorio ed al risanamento ambientale».
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