martedì 16 giugno 2020
«Le Internet company diventano ancora più ricche con il virus»: l'allarme dei due economisti all'iniziativa di Icrict, laCommissione indipendente per la riforma della fiscalità internazionale
Da sinistra in senso orario: Stiglitz, Ghosh, Ocampo e Piketty.

Da sinistra in senso orario: Stiglitz, Ghosh, Ocampo e Piketty.

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Questa crisi si prospetta 10 volte peggiore di quella del 2008, con conseguenze devastanti per la distribuzione dei redditi, e rende ancora più ricche le grandi multinazionali del web. Che pagano tasse irrisorie e hanno visto lievitare i propri utili grazie alla spinta al commercio digitale prodotta dal lockdown. Il premio Nobel Joseph Stiglitz e l’economista francese Thomas Piketty non hanno dubbi: se c’è da dibattere sul futuro del debito - il secondo già presagisce che la Bce si troverà nella necessità di cancellarlo almeno in parte e tutti chiedono un’amnistia del debito ai Paesi più poveri del mondo -, la pandemia «ha esacerbato le diseguaglianze », per dirla con Stiglitz, docente alla Columbia University. «Le stesse grandi compagnie di Internet, fino a ieri impegnate in pratiche di elusione fiscale, sono state le principali beneficiarie del coronavirus», ha detto. E questo avviene proprio mentre le piccole imprese locali faticano a sopravvivere. Un’accusa pronunciata a una conferenza stampa virtuale convocata dalla Commissione indipendente per la riforma della fiscalità internazionale d’impresa (Icrict) e dall’Ong Oxfam. Rivolta ai governi in particolare, che tollerano il profit shifting delle cosiddette 'Faang' (cioè Facebook, Amazon, Apple, Alphabet, Google) e che tocca il cuore dell’Europa: l’Irlanda, dove le compagnie del ' big tech' «pagano tasse su una frazione del loro fatturato » e che con le tasse vicino a zero consentite ad Apple «stava derubando i suoi vicini europei». La ricetta è «un regime fiscale minimo», spiega Stiglitz, un 25% con cui le piccole imprese possano competere. Ma va applicato anche ai redditi personali, aggiunge Piketty. La sfida all’interno dell’Ue per combattere i Paesi ad alta elusione fiscale, dall’Irlanda all’Olanda, è cominciata. Con Paesi come Italia, Germania, Francia che la vogliono e alcuni dei 'piccoli' che si trincerano dietro la regola dell’unanimità per decidere. «Sarà molto difficile», ammette Piketty; ma, visti i passi avanti innescati dalla pandemia sul debito in Europa, «mai dire mai».

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