domenica 11 dicembre 2016
Via il subappalto a "Rom 1995". Inattivi 20 dipendenti
La «buona» coop dei rifiuti? Reggio Calabria la chiude
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Mentre la Direzione distrettuale antimafia fa finalmente chiarezza sugli interessi della ’ndrangheta nel ciclo dei rifiuti, a Reggio Calabria rischia di chiudere una buona prassi di legalità e inclusione sociale. I venti lavoratori della Cooperativa Rom 1995 da domani saranno infatti inattivi. La raccolta e lo smaltimento dei rifiuti ingombranti, da vent’anni affidata alla cooperativa, è stata internalizzata dalla nuova società aggiudicatrice dell’appalto milionario della gestione dei rifiuti nella città dello Stretto, la romana Avr. Eppure nel 1995, all’indomani della fine della seconda guerra di ’ndrangheta, nasceva questa cooperativa che mirava al reinserimento lavorativo dei rom attraverso un’attività di utilità sociale.

Un servizio comodissimo che prevedeva che ciascun cittadino, rivolgendosi telefonicamente alla cooperativa, potesse smaltire i propri rifiuti ingombranti grazie all’ausilio dei mezzi e degli operatori della Rom 1995 direttamente al proprio domicilio. E un fiore all’occhiello della primavera amministrativa di Italo Falcomatà che però, con il cambiamento delle stagioni politiche, rischia di naufragare proprio con il figlio, Giuseppe, alla guida di Palazzo San Giorgio. Anche se il primo cittadino ha ribadito ieri che il contratto scadrà a marzo 2017 e la fase di interlocuzione è solo all’inizio.

Eppure sono state febbrili le trattative tra la cooperativa sociale, la prima ad aggiudicarsi un bene confiscato a Reggio Calabria, e l’Avr, dopo che il Comune s’è sfilato invitando al dialogo i due soggetti coinvolti. Lo scorso 30 novembre l’Avr aveva tra l’altro chiesto alla Rom 1995 di proseguire nell’attività fino al 15 dicembre, per poi cambiare idea – appena poche ore fa – e notificargli l’intenzione di non proseguire nell’accordo di subappalto della raccolta dei rifiuti ingombranti. «Abbiamo da sempre dato la nostra massima disponibilità – spiega Domenico Modafferi, presidente della cooperativa Rom 1995 – per lavorare insieme, coadiuvando gli uffici comunali e, per molto tempo, condividendo la strategia amministrativa per il bene della nostra città». Una realtà apprezzata e che è stata coccolata sin dalla sua fondazione dall’intero terzo settore reggino.

Entrando nella sede della Rom 1995 campeggiano i loghi di quanti – sin dalla prima ora – hanno sostenuto questa opera-segno: Caritas, Libera, Azione Cattolica, Legambiente e tante altre sigle associative che dall’ottobre 2016 richiedono con insistenza risposte all’amministrazione comunale. Parimenti al mancato rinnovo del subappalto della raccolta e smaltimento dei rifiuti ingombranti, manca chiarezza anche rispetto alla gestione dell’isola ecologica per i rifiuti elettronici, anch’essa gestita dalla cooperativa, a pochi metri da quella indifferenziata dell’Avr. La politica si è defilata rispetto a un progetto che l’aveva resa realmente protagonista di un processo di cambiamento: di questo disinteresse, su cui Falcomatà ha provato a gettare acqua sul fuoco in extremis, parlando di un rinnovato impegno del Comune, rischiano di pagare le conseguenze i venti dipendenti della cooperativa sociale.

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