mercoledì 9 febbraio 2022
Viaggio nella galassia partenopea del Movimento, dove è nata la rivolta contro Giuseppe Conte ed è stato fatto il ricorso al Tribunale
Selfie M5s. I dissidenti della base hanno "terremotato" il Movimento: «Noi né con Conte né con Di Maio, entrambi hanno creato i problemi che denunciamo»

Selfie M5s. I dissidenti della base hanno "terremotato" il Movimento: «Noi né con Conte né con Di Maio, entrambi hanno creato i problemi che denunciamo» - Collaboratori

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Dietro il ricorso che ha azzerato i vertici del Movimento 5 stelle c’è una galassia eterogenea e determinata di attivisti napoletani, disposti a tutto per tornare al «sogno delle origini ». È proprio da Napoli, d’altra parte, che partì l’esperienza dei meetup, il nucleo originario del Movimento. Ed è da qui che è partito l’attacco più duro della base ai vertici.

Le firme in calce al ricorso contro la modifica dello Statuto le hanno poste tre attivisti privi di qualsiasi carica elettiva: Steven Hutchinson, Renato Delle Donne e Liliana Coppola. Dietro di loro c’è il popolo degli iscritti della prima ora, delusi dal nuovo corso del Movimento, e qualche politico locale che se ne è andato sbattendo la porta.

«Il malcontento della base durava ormai da troppo tempo», dice Hutchinson, 40 anni, origini statunitensi, capotreno per Trenitalia con trascorsi in tv (è stato protagonista del programma Matrimonio a prima vista). «Il ricorso presso il Tribunale di Napoli è stato l’approdo finale di un lungo percorso. Abbiamo fatto di tutto per far sentire le nostre ragioni. Abbiamo scritto a Grillo, ma non è bastato».

Hutchinson e gli altri ricorrenti non vogliono però uscire dal Movimento. «Chiediamo semplicemente che sia ripristinata la democrazia interna – spiega l’attivista –. Gli Stati generali del novembre 2020 avevano garantito alla base un’adeguata rappresentanza. Le modifiche allo Statuto apportate precedentemente all’elezione di Conte hanno cambiato le regole del gioco, escludendo gli iscritti dai processi decisionali. Noi vogliamo che si azzeri tutto e si torni agli Stati generali».

Per Delle Donne, 32 anni, attivista storico del meetup di Napoli, invece le crepe si intravedevano già nel corso degli Stati generali. «Non c’era altro modo per farsi ascoltare – dice il giovane attivista –. Ora bisogna tornare a prima degli Stati generali. Vorrei sapere, per esempio, perché non sono mai stati resi noti i consensi ottenuti in quell’occasione da Di Battista. A questo punto è necessario ripartire da zero. Ci auguriamo che si possa tornare alla ragione. Un unico capo con un seguito di adepti è il contrario della politica». In merito allo scontro in corso tra Conte e Di Maio, Delle Donne è chiarissimo: «Non siamo né con Conte né con Di Maio, il quale ha contribuito a creare i problemi che denunciamo».

Maria Muscarà, consigliera regionale della Campania al secondo mandato, anche lei fra gli attivisti della prima ora, ha lasciato il gruppo dei 5 stelle in Consiglio regionale un mese fa. «Condivido la battaglia degli iscritti di Napoli - afferma Muscarà -. Fino agli Stati generali la base è stata coinvolta. Poi si è scelto di proclamare leader del Movimento un signore che non era nemmeno iscritto. Noi siamo quelli che ci riunivamo nei bar, che discutevano di acqua pubblica e dell’autodeterminazione dei territori… Ci siamo ritrovati invece Napoli consegnata al Pd e consiglieri comunali eletti col nostro simbolo che provenivano da altri partiti».

Il più deluso dal nuovo corso dei 5 Stelle tra i dissidenti napoletani è sicuramente Matteo Brambilla, anche lui attivista della prima ora, candidato alla carica di sindaco di Napoli nel 2016 e consigliere comunale nei cinque anni successivi. Brambilla ha abbandonato il Movimento e si è presentato alle elezioni comunali dell’anno scorso contro il candidato sostenuto dai vertici: l’attuale sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi.

«Il Movimento 5 stelle di oggi è l’esatto opposto di ciò che era qualche anno fa – sostiene Brambilla –. Il Movimento si è fatto partito all’interno del sistema partitocratico che combattevamo. La democrazia dal basso non esiste più. Esiste invece un partito con delle correnti interne».

«Ormai – prosegue Brambilla riprendendo parole che usò Di Battista – M5s è come l’Udeur. Anzi, l’Udeur di Mastella aveva maggiore dignità. Ricordo quando Fico aizzava la folla in piazza Montecitorio contro la rielezione di Napolitano. Ora la rielezione di Mattarella gli va benissimo…». E, per la cronaca: Roberto Fico è il fondatore del meetup di Napoli.

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