lunedì 30 dicembre 2019
Il 31 sera a Cagliari la 52esima edizione della tradizionale manifestazione organizzata da Cei, l’Azione Cattolica, Caritas e Pax Christi. Il 1 gennaio Sant'Egidio manifesta in tutti i continenti
Un'immagine della Marcia della pace 2018

Un'immagine della Marcia della pace 2018

COMMENTA E CONDIVIDI

Un mondo senza guerra e terrorismo. La speranza per questo nuovo anno che inizia è proprio questa. E così domani sera, per la prima volta nell'isola, si svolgerà a Cagliari la 52esima Marcia per la pace, il tradizionale appuntamento organizzato da Commissione Cei per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, l’Azione Cattolica Italiana, la Caritas Italiana e Pax Christi Italia. La Marcia prenderà il via alle ore 17:00 da piazza San Michele, sul cammino ci saranno interventi e testimonianze per giungere presso la Basilica di Nostra Signora di Bonaria dove alle ore 22:00 si terminerà con la Santa Messa trasmessa su TV2000. L'appuntamento è preceduto da due giorni di convegno organizzato da Pax Christi Bella Italia, armate sponde..., presso il teatro della parrocchia di Sant'Eulalia, per discutere delle fabbriche che producono armi in Sardegna e le esportano a Paesi in guerra. Tra i partecipanti monsignor Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax Christi Italia e vescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti, don Luigi Ciotti, fondatore del gruppo Abele e di Libera e Franco Uda, presidenza nazionale Arci e portavoce Tavola sarda della pace.

Il 1° gennaio, sempre in occasione della 53a Giornata Mondiale della Pace, esprimendo il proprio sostegno al messaggio di Papa Francesco “La Pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione e conversione ecologica”, la Comunità di Sant’Egidio invita invece a cominciare il nuovo anno per la strada, insieme a chi lavora per un mondo più giusto e umano. Ad esempio a Roma, la comunità trasteverina si ritroverà alle 10.30 a Largo Giovanni XXIII fino ad arrivare poi insieme a Piazza San Pietro, per ascoltare le parole di Papa Francesco all'Angelus.

Il mondo è una “casa comune” e tutti siamo chiamati a prendercene cura. In questo momento, dice la Comunità San'Egidio in una nota, «siamo fortemente preoccupati per le troppe guerre ancora in corso e il terrorismo che ha colpito la Somalia, il nord del Mozambico e vari Paesi del Sahel, come la Nigeria, il Burkina Faso, il Mali e il Niger, di cui si parla troppo poco. A soffrirne più di tutti sono i poveri che hanno diritto alla pace attraverso il dialogo e la riconciliazione». Ma, continua, dobbiamo farci carico anche di tutte le terre ferite dallo sfruttamento della natura che attendono una «conversione ecologica». Per questo nel primo giorno dell’anno, Sant'Egidio organizza marce, manifestazioni e iniziative pubbliche in centinaia di città di tutti i continenti. Durante il loro svolgimento, a partire da quella di Roma, verranno ricordati i nomi di tutti i Paesi ancora coinvolti dai conflitti e dalla violenza nei diversi continenti.






© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: