venerdì 20 febbraio 2015
​Approvato dal Consiglio dei ministri. Nel documento restano compresi anche i licenziamenti collettivi. Renzi: i giovani avranno tutele maggiori, "noi rottamiamo un certo modello di diritto del lavoro e l'articolo 18, i cococo ed i cocopro".

I punti approvati e quelli ancora in discussione
LA SCHEDA Cosa sono e come funzionano i contratti a tutele crescenti
Le reazioni
Bregantini: flessibilità, non precarietà
COMMENTA E CONDIVIDI
"Oggi è un giorno atteso da molti anni per una parte degli italiani, ma soprattutto atteso da un'intera generazione che ha visto la politica fare la guerra ai precari ma non al precariato. Noi rottamiamo un certo modello di diritto del lavoro e l'articolo 18, i cococo ed i cocopro". Così il primo ministro ha commentanto a caldo l'esito del Consiglio dei ministri che ha approvato definitivamente il decreto attuativo del Jobs act sul contratto a tutele crescenti. Nel provvedimento che modifica l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori sono compresi anche i licenziamenti collettivi. Quindi non sono state quindi ascoltate le richieste delle Commissioni lavoro di Camera e Senato. "Una generazione vede finalmente riconosciuto il proprio diritto ad avere tutele maggiori. Parole come mutuo, ferie, buonuscita, diritti entrano nel vocabolario di una generazione fino ad ora esclusa". Lo ha detto Matteo Renzi al termine del Consiglio dei ministri rispondendo alle domande dei giornalisti.  In quanto ai licenziamenti collettivi il premier ha sostenuto che "restano nello stesso dettato con cui sono usciti dal primo Cdm", perché "penso che questi decreti si occupino poco di licenziamenti collettivi ma molto di assunzioni collettive. L'Italia riparte e i dati che abbiamo ci fanno guardare con speranza al futuro".
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: