giovedì 30 giugno 2022
Partenza serale a Montecitorio della discussione sulla riforma della cittadinanza, che darebbe la possibilità ai minori figli di stranieri di essere finalmente italiani anche per legge
 Cresce lo scontro. La Lega: così non si va avanti

Ansa

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È iniziata in serata, nell’Aula della Camera, la discussione generale del testo licenziato dalla commissione Affari costituzionali sullo Ius scholae, innescando immediatamente aspre tensioni in seno alla maggioranza. Già in commissione, la maggioranza si era spaccata, con la Lega che aveva votato contro il testo insieme a Fdi (meno compatta Fi, con Annagrazia Calabria per il no e Renata Polverini a favore).

Quindi il segretario del Carroccio Matteo Salvini ha convocato d’urgenza una riunione serale dei suoi deputati, per dare un segnale a Palazzo Chigi: «Incredibile, vergognoso e irrispettoso per gli italiani. In un momento di crisi drammatica come questo, la sinistra mette in difficoltà maggioranza e governo insistendo su cittadinanza agli immigrati e cannabis anziché occuparsi di lavoro, tasse e stipendi». Nella riunione, durata a lungo, molti interventi e frecciate provocatorie: «E le baby gang come quelle del Garda? Diamo subito la cittadinanza a tutti?». Dal fronte dem, pronte le repliche: «È una legge doverosa, che sana un’ingiustizia e tutela ragazze e ragazzi che studiano nelle nostre scuole e coi coetanei italiani condividono tutto, tranne i diritti», è la valutazione della sottosegretaria dem allo Sviluppo economico Anna Ascani.

La proposta. Il testo consente l’acquisto della cittadinanza italiana al minore straniero che sia nato in Italia (o che vi abbia fatto ingresso entro il dodicesimo anno di età e che abbia risieduto legalmente e senza interruzioni nel nostro Paese) qualora abbia frequentato regolarmente per almeno 5 anni uno o più cicli presso istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione o percorsi di istruzione e formazione professionale triennale o quadriennale idonei al conseguimento di una qualifica professionale. Un istituto diverso, dunque, dallo Ius sanguinis (in vigore e in base al quale è cittadino il figlio di genitore italiano) e dallo Ius soli (adottato in buona parte del mondo con varie sfumature e secondo cui è cittadino chi nasce in quello Stato).

L’incognita Senato. Nel caso in cui (nonostante il muro di Lega, Fdi e parte dei forzisti) il testo dovesse ottenere il via libera della Camera entro l’inizio di luglio, poi passerà al vaglio di Palazzo Madama, prima per l’esame in commissione e quindi in Aula, dove l’approvazione potrebbe essere più ardua. A lasciarlo intendere è uno dei 'veterani' del centrodestra: «La sinistra vive fuori dal mondo e si occupa di cittadinanza facile per gli immigrati e di cannabis da far circolare impunemente», argomenta il senatore di Fi, Maurizio Gasparri, convinto che siano entrambe «proposte sbagliate» e «che non passeranno mai al Senato».

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