martedì 8 dicembre 2020
Quattro alluvioni in pochi mesi, con lo stesso copione del passato. «Ci sono i fondi, mancano le opere». Intanto l’ondata di maltempo continua, tra burrasche e borghi isolati. Muore un volontario
Frane, torrenti esondati e strade bloccate nel Bellunese

Frane, torrenti esondati e strade bloccate nel Bellunese - Ansa

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“Se ti addiviene di trattare delle acque consulta prima l’esperienza e poi la ragione”, scriveva Leonardo da Vinci. Molto più modestamente potremmo aggiungere 'piove sul bagnato'. È così accaduto domenica in Emilia Romagna con la rottura dell’argine, recente, del Panaro e l’inondazione di Nonantola. L’ennesimo dissesto idrogeologico.

«Nell’ultimo decennio, si sono verificate in questo territorio otto grandi eventi alluvionali che hanno coinvolto anche città di una certa grandezza come Parma», denuncia Massimiliano Fazzini, Coordinatore Nazionale del Gruppo Rischio Climatico della Società Italiana di Geologia Ambientale. Fatti che si ripetono. Sempre Leonardo spiegava: 'L’acqua disfa li monti e riempie le valli e vorrebbe ridurre la Terra in perfetta sfericità, s’ella potesse'. Ma ora avviene sempre più spesso, non con tempi geologici ma di cronaca. E sempre negli stessi luoghi. Lo dimostrano le altre tre alluvioni di questi ultimi mesi. La 'tempesta Alex' del 2-3 ottobre, in Piemonte, ha colpito aree già devastate tra il 21 e il 25 novembre 2016 e nel non troppo lontano novembre 1994. L’alluvione a Crotone del 23 ottobre è analoga a quella del 14 ottobre 1996 che provocò 16 morti. «In seguito a quell’evento tragico è stato predisposto un piano di intervento di mitigazione del rischio idraulico realizzato solo in parte», denuncia il presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, Arcangelo Francesco Violo. Il fiume di fango che il 28 novembre ha devastato il paese di Bitti in Barbagia, è la fotocopia di quello che il 18 novembre 2013 provocò il ciclone Cleopatra.

Cambiano i nomi ma l’acqua continua a fare il suo mestiere, quello descritto da Leonardo. Non lo fa l’uomo che non fa tesoro dell’esperienza, neanche quella recente. Così accade che Milano a ogni temporale abbondante finisce sotto l’acqua del Seveso, «perché malgrado i 110 milioni stanziati non si sono ancora realizzate le 5 casse di espansione – ricorda Erasmo D’Angelis, ex direttore della struttura di missione ItaliaSicura, e attualmente segretario generale dell’autorità di bacino dell’Italia centrale – mentre gli scolmatori e le casse di espansione realizzate negli ultimi tre anni a Firenze e Pisa hanno contenuto le ultime piene dell’Arno. Così come le opere fatte a Genova. Mentre nulla si è fatto a Crotone e in Sardegna, malgrado i fondi ci fossero».

Ora l’ultima ondata di maltempo che ha sferzato l’Italia sembra attenuarsi, seppure per poche ore, ma molti problemi restano e si contano i danni, soprattutto in agricoltura. Risolta invece la situazione dell’autostrada del Brennero riaperta al traffico, dopo la chiusura avvenuta sabato sera per motivi di sicurezza provocati dalle abbondanti nevicate tra Vipiteno e il confine. Diminuita l’emergenza anche per la piena dei fiumi nel Modenese, dove è stata chiusa la falla sull’argine del Panaro. Squadre sono impegnate con idrovore e motopompe per effettuare prosciugamenti nelle abitazioni, per svuotare le cabine elettriche invase dall’acqua e ripristinare la corrente nella zona di Nonantola, con 300 interventi effettuati.

E proprio tra gli infaticabili soccorritori si registra una vittima. È Franco Marino, 51 anni, collaboratore dell’ufficio tecnico del Comune di Pignola in provincia di Potenza. Aveva il reddito minimo di inserimento, una misura regionale che equivale al reddito di cittadinanza, dai 400 agli 800 euro al mese. Si è offerto volontario per intervenire su un allagamento ed è morto travolto da acqua e fango di un canale. Un’altra morte che si poteva evitare con la prevenzione che vuol dire memoria. Perché, scriveva ancora Leonardo, 'l’acqua che trabocca sopra i sua ripari, quegli discalza e ruina dalla apposita parte'. La fa da milioni di anni, lo farà sempre.

Ora le previsioni per i prossimi giorni non lasciano presagire nulla di buono: attesi venti da forti a burrasca su Liguria e Friuli Venezia Giulia e su Lazio, Abruzzo, Molise, Campania e Sicilia e nella mattina di oggi in Puglia, Basilicata e Calabria, con mareggiate lungo le coste. Allerta rossa della Protezione Civile nella Provincia di Bolzano, su gran parte del Veneto, nel Lazio meridionale, Abruzzo occidentale, mentre è allerta arancione nella Provincia di Trento, sui settori occidentali e centrali del Veneto, sull’area settentrionale del Friuli Venezia Giulia, sulla pianura centrale dell’Emilia- Romagna, sulle aree centrali dell’Umbria, sul Lazio centrale, sul settore costiero della Campania, su gran parte del Molise e sui settori occidentali della Basilicata.

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