mercoledì 22 ottobre 2014
 340 economisti scrivono al premier: «Serve una nuova Bretton Woods». La politica di austerità ha fallito. È necessaria un’iniziativa "alta". ​IL TESTO DELL'APPELLO
Così Leonardo Becchetti il 4 ottobre ha lanciato su Avvenire i temi dell’appello
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Quando i 730 delegati di oltre quaranta Paesi si riunirono al "Mount Washington Hotel", vicino alla città di Bretton Woods, nel 1944, tutt’intorno avevano un mondo spezzato dalla Guerra. Uscirono da quell’hotel del New Hampshire con un nuovo ordine, totalmente concordato, per governare i rapporti monetari di Stati nazionali indipendenti. E rilanciare la crescita. Oggi l’Europa è spezzata dagli effetti di una crisi economica devastante come una guerra: basta considerare i posti di lavoro perduti, la capacità produttiva sprecata, le disuguaglianze che aumenta, e, soprattutto, in alcuni Paesi fra i quali l’Italia, la mancanza di una sana crescita economica. Non c’è tempo da perdere. E anche se i mercati e l’opinione pubblica sembrano accorgersene a singhiozzo, e preferiscono rimuovere il problema, alcuni addetti ai lavori sono davvero preoccupati per la criticità della situazione. «La politica europea di austerità – osservano – ha clamorosamente fallito. Non solo in termini di rilancio della crescita e dell’occupazione, ma anche nel perseguire la sostenibilità dei conti pubblici perché, ai dati di oggi, diversi Paesi presentano dinamiche del debito insostenibili e in forte aumento». Per questi motivi più di 340 economisti e accademici – da Zamagni a Viale, da Pennacchi a Cipolletta e Baldassarri – chiedono al premier italiano, Matteo Renzi, presidente di turno dell’Unione, un’iniziativa politica "alta" per salvare l’Europa e l’Italia prima che sia troppo tardi. Chiedono di riaprire cioè settant’anni dopo, questa volta nel Vecchio Continente, un "Mount Europe Hotel" dove discutere e costruire a livello internazionale nuove regole adatte all’epoca della globalizzazione. Dopo aver raccolto molti consensi in Italia, l’appello (che proponiamo qui a fianco, ndr) si apre grazie a un Comitato di garanzia internazionale di altissimo profilo alla sottoscrizione di economisti stranieri. Questa sorta di «agenda dei lavori per una nuova Bretton Woods» offre direttrici concrete di discussione, tra le quali una Banca centrale europea che, sul modello Federal reserve, faccia un vero e proprio "quantitative easing", una politica fiscale espansiva a livello europeo. E propone ancora: un impegno sull’armonizzazione fiscale, progetti di ristrutturazione del debito europeo con intervento della stessa Bce e, infine, passi avanti in termini di integrazione e democrazia europea. «Se attuate – sostengono i firmatari – queste linee di riforma consentirebbero di rilanciare lo sviluppo europeo a vantaggio di tutti i partner in una cornice di piena sostenibilità dei conti pubblici».IL TESTO DELL'APPELLO
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