mercoledì 30 giugno 2021
Continua la discussione circa l'adesione degli azzurri al momento di inchino per il movimento anti-razzista Black Lives Matter. Salvini risponde a Sala. Cosa è più giusto fare?
L'Italia si inginocchierà? Sala: "gestione ridicola". E scoppia la polemica
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Il balbettante percorso che sta caratterizzando l'adesione della nazionale al breve momento di genuflessione prepartita, in sostegno del movimento anti-razzismo Black Life Matters, continua ad alimentare polemiche. Il sindaco di Milano Beppe Sala ha addirittura definito "il modo in cui è stato gestito il tema, al netto di come la si pensi sulla sua utilità, francamente ridicolo". Affermazione, la sua, che non è andata giù a chi, come Matteo Salvini, vorrebbe gli atleti concentrati solo sulla prestazione sportiva. "Lasciamo i calciatori liberi di concentrarsi sulla partita e di regalare agli italiani emozioni e notti magiche - commenta a Radio Crc il leader del carroccio - la sinistra riesce a fare polemica anche sulla nazionale, spero che si inginocchino dopo aver segnato". Il governatore del Friuli, Massimiliano Fedriga si è invece limitato a dire che, lui, "la partita la guarda in piedi". Inevitabile la sfumatura politica che la questione ha preso, molto meno comprensibile la gestione che ne ha fatto il gruppo.

Non si sa cosa succederà venerdì, con buona probabilità, saranno i belgi a decidere e noi seguiremo a ruota, come riportato dal capitano Giorgio Chiellini, dopo il clamoroso scivolone dove ha paragonato "nazismo" a "razzismo". Matteo Pessina, uno dei più giovani del gruppo, ha affermato che "tutti nella nazionale sono contro il razzismo". Allora la domanda che viene da porsi è: perché non accettare, come già fatto da molte altre nazionali, il messaggio di Black Lives Matter? Una spiegazione prova a darla Andrew Howe, campione di salto in lungo italiano di origini statunitensi, che descrive l'iniziativa come "una situazione molto americana", quindi "è un po' una forzatura" aggiungendo che "non dobbiamo inginocchiarci solo per essere politicamente corretti". Come se il razzismo potesse avere una "variante" (passateci il termine) italiana e una americana.

In ogni caso, il fatto che suscita più dubbi è la confusione che sta nel voler seguire specularmente la decisione dei nostri avversari. L'esposizione mediatica dei calciatori, oltre a offrire grandi ritorni monetari, restituisce anche qualche responsabilità. Da sottolineare la possibilità (sacrosanta) quando si prendono iniziative esterne al mondo del pallone di aderirvi o meno, perché come suggerito dal filosofo e sociologo tedesco Tehodor Adorno "la libertà non sta nello scegliere tra bianco e nero, ma nel sottrarsi a questa scelta prescritta". Si può dunque ovviamente decidere di non prendere una posizione, e accettarne le conseguenze, ma non scaricare la patata bollente su altri. Non sarebbe giusto nei confronti di una squadra che rappresenta gli italiani nel loro sport preferito, un semplice gioco, che di semplice, non ha proprio nulla.






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