martedì 6 dicembre 2016
A soffrire di più i nuclei con i figli minori. Si accentua la distanza tra il Nord e il Sud del paese e tra i redditi più modesti e quelli più sostanziosi.
L'Istat: le famiglie numerose a rischio povertà
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Un quarto degli italiani a rischio povertà o esclusione sociale. Nel 2015 si stima che il 28,7% dei residenti secondo la definizione adottata nell'ambito della Strategia Europa 2020 si trovi in uno stato di difficoltà, vale a dire almeno in una delle seguenti condizioni: rischio di povertà, grave deprivazione materiale, bassa intensità di lavoro. Lo comunica l'Istat nel suo report "Condizioni di vita e reddito". Una percentuale sostanzialmente stabile rispetto al 2014 (era al 28,3%). In lieve aumento gli individui a rischio di povertà (dal 19,4% a 19,9%) e mentre un leggero calo si ha per coloro che vivono in famiglie a bassa intensità lavorativa (da 12,1% a 11,7%).

Il Mezzogiorno è ancora l'area più esposta
: nel 2015 la stima delle persone coinvolte sale al 46,4%, dal 45,6% dell'anno precedente. La quota è in aumento anche al Centro (da 22,1% a 24%) ma riguarda meno di un quarto delle persone, mentre al Nord si registra un calo dal 17,9% al 17,4%. Le persone che vivono in famiglie con cinque o più componenti sono quelle più a rischio di povertà o esclusione sociale: passano a 43,7% del 2015 da 40,2% del 2014, ma la quota sale al 48,3% (da 39,4%) se si tratta di coppie con tre o più figli e raggiunge il 51,2% (da 42,8%) nelle famiglie con tre o più minori.

Ecco a cosa rinunciano le famiglie a causa di un imprevisto. Nel 2015 è aumentata la quota di individui in famiglie che dichiarano di non poter sostenere una spesa imprevista di 800 euro (da 38,8% a 39,9%) e di avere avuto arretrati per mutuo, affitto, bollette o altri debiti (da 14,3% a 14,9%). C'è chi sceglie di non fare le vacanze e chi di tenere i termosifoni spenti. Ma anche chi fa accumulare le bollette senza pagarle o di rinunciare a carne e pesce. Peggioramenti più marcati si osservano in particolare per gli individui in coppie con almeno tre figli: la quota di chi dichiara di non poter sostenere una spesa imprevista di 800 euro passa dal 48,1% al 52,8% e quella di chi ha avuto arretrati per mutuo, affitto, bollette o altri debiti dal 21,7% al 30,4%.

Reddito medio sotto i 30mila euro. Nel 2014 l'Istat nel suo report "Condizioni di vita e reddito", stima che le famiglie residenti in Italia abbiano percepito un reddito disponibile netto pari in media a 29.472 euro, circa 2.456 euro al mese. Tuttavia, poiché la distribuzione dei redditi è asimmetrica, la maggioranza delle famiglie ha conseguito un reddito inferiore all'importo medio. Se si calcola il valore mediano, ovvero il livello di reddito che separa il numero di famiglie in due metà uguali, si osserva che il 50% delle famiglie residenti in Italia ha percepito un reddito non superiore a 24.190 euro (2.016 euro al mese), valore sostanzialmente stabile rispetto al 2013 (quando metà delle famiglie ha percepito un reddito non superiore a 24.310 euro). Questa stabilità del reddito familiare in termini reali ha interrotto una caduta in atto dal 2009 che ha comportato una riduzione complessiva di circa il 12% del potere d'acquisto delle famiglie, sia in media che in mediana.

Si accentuano le diseguaglianze.
Il 20% più ricco delle famiglie italiane, percepisce il 39,3% dei redditi totali, mentre il 20% più povero ne percepisce il 6,7%. In altri termini, il reddito delle famiglie più benestanti è ben 5,9 volte quello delle famiglie appartenenti al primo quinto. Nel periodo 2009-2014, la contrazione di reddito in termini reali è stata molto più forte per le famiglie del primo quinto, quello con i redditi più bassi, il cui reddito equivalente medio è diminuito del 13%, a fronte di una riduzione media del 9,0%. Ne è seguito un aumento della disuguaglianza, con il reddito delle famiglie più ricche passato da 4,6 a 4,9 volte il reddito delle famiglie più povere. Il 36,8% delle famiglie più povere è residente tra Sud e Isole rispetto al 14,8% di quelle che vivono nel Centro e all'11,1% delle famiglie del Nord. All'opposto si posiziona nel quinto più ricco una famiglia su quattro del Nord e del Centro rispetto al 7,8% di quelle che vivono nel Mezzogiorno.

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