martedì 12 gennaio 2010
L'Italia si conferma ai primi posti per numero di anziani in rapporto ai giovani e bassa occupazione delle donne. Nel 2008 40mila immigrati sono diventati italiani. Sono alcuni dati emersi con «Noi Italia, cento statistiche per capire il Paese in cui viviamo». Quasi ultimi in Europa per tasso natalità, 9,6 nati per mille abitanti, gli italiani hanno invece una vita media di 84 anni per le donne e 79 per gli uomini.
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L'Italia si conferma ai primi posti in Europa per numero di anziani in rapporto ai giovani e bassa occupazione delle donne. È la fotografia scattata dall'Istat con la presentazione del rapporto "Noi Italia. Cento statistiche per capire il Paese in cui viviamo".Secondo i dati dell'Istituto italiano di statistica, al primo gennaio 2009 ci sono 143 anziani ogni 100 giovani. In Europa solo la Germania presenta un indice di vecchiaia più accentuato. «La regione più anziana è la Liguria, la più giovane la Campania. Il rapporto tra popolazione giovane e anziana e popolazione in età attiva attiva supera nel 2008 il 51%, uno dei livelli più elevati dell'Unione», dice l'Istat.L'invecchiamento degli italiani trova giustificazione nell'alto tasso di longevità -- ai primi posti in Europa -- ma anche nel basso tasso di natalità.«L'Italia si colloca tra i Paesi a bassa fecondità, con 1,41 figli per una donna nel 2008. È comunque il livello più alto registrato negli ultimi 10 anni e va attribuito soprattutto alla componente straniera», continua Istat. L'invecchiamento progressivo, assieme a una basso tasso di attività, produce inevitabilmente forti squilibri nel mercato del lavoro.«Nel 2008 il tasso di occupazione della popolazione in età 55-64 anni è pari al 34,4%, in aumento rispetto al 2007. Nello stesso anno nell'Unione europea il tasso di attività della popolazione di 15-64 anni è pari al 70,9%. L'Italia, con il 63%, si colloca al quartultimo posto della graduatoria a 27 Paesi", dicono le statistiche Istat. Notevoli le differenze di genere: "Le donne occupate sono il 47,2% della popolazione di riferimento, gli uomini il 70,3%».Nonostante gli evidenti squilibri, il presidente dell'Istat Enrico Giovannini ha voluto mostrare una punta di ottimismo sulla situazione dell'Italia, rispolverando la nota metafora del calabrone che vola nonostante le leggi della fisica e dell'ingegneria glielo vietino. «Un paese con tanti problemi, in cinquant'anni ha raggiunto un rapporto tra ricchezza e reddito tra i più elevati nel mondo. Ora però bisogna vedere quanto gli stock di capitale accumulati siano sostenibili nel tempo», ha detto Giovannini.Il riferimento va alla bassa spesa in istruzione, che nel 2007 ha raggiunto in Italia il 3,7% in rapporto al Pil, molto sotto la media europea del 5,1% (dati 2006). «Un paese che investe poco nel capitale umano, sociale, naturale, alla lunga ha problemi di sostenibilità», ha aggiunto Giovannini.
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