giovedì 7 aprile 2016
Pochi matrimoni, pochi figli e tanti anziani. Il 10% delle famiglie è povero, il Pil del Mezzogiorno è la metà di quello del Nord. Record di auto, ma sul web siano arretrati.
Istat: in Italia arretra la speranza di vita
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Pochi matrimoni, ancor meno figli e tanti, tanti anziani. L'Italia è un Paese di vecchi, almeno a guardare le statistiche. Al 1 gennaio 2015 - secondo il rapporto Istat diffuso oggi - si registra un deciso sorpasso: ci sono 157,7 anziani ogni 100 giovani. E 55,1 persone in età non lavorativa ogni 100 in età lavorativa; valori in continua ascesa negli ultimi anni. A fronte di ciò, secondo le prime stime relative al 2015, per la prima volta negli ultimi 10 anni, la speranza di vita alla nascita arretra, con un decremento di 0,2 punti per gli uomini (80,1) e 0,3 per le donne (84,7). Nel Mezzogiorno i valori della speranza di vita si confermano al di sotto della media nazionale. Nel Belpaese hanno poi perso appeal i fiori d'arancio. Con 3,2 matrimoni ogni mille abitanti, l'Italia rimane uno dei paesi dell'Ue28 in cui si va meno a nozze.  Se si pronunciano pochi "sì" è pure vero che ci si dice addio meno che altrove. La fotografia scattata dall'Istat mostra, infine, una scarsa propensione ad allagare la famiglia. Continua, infatti, a diminuire il numero medio di figli per donna: nel 2014 si attesta a 1,37 mentre occorrerebbero circa 2,1 figli per garantire il ricambio generazionale. Neet in leggero calo. Sono oltre 2,3 milioni (il 25,7% del totale) i giovani 15-29enni che nel 2015 non sono inseriti in un percorso scolastico e/o formativo e non sono impegnati in un'attività lavorativa". Lo rileva l'Istat nel rapporto 'Noi Italià, sottolineando come l'incidenza sia più elevata tra le donne (27,1%) e nel Mezzogiorno (in Sicilia e Calabria sfiora il 40%). Tuttavia la quota è in calo rispetto all'anno prima: nel 2014 i giovani che non studiano e non lavorano, i cosiddetti Neet, erano il 26,5%. Il primo ribasso dall'inizio della crisi. Il 10% delle famiglie è povero. Tra il 2013 e il 2014 l'incidenza della povertà, relativa e assoluta, è risultata sostanzialmente stabile. La povertà relativa coinvolge circa un decimo delle famiglie residenti, quella assoluta il 5,7%". Lo rileva l'Istat nel rapporto 'Noi Italià. Nel 2014 l'indicatore di grave deprivazione materiale, spia delle difficoltà economiche, segna una riduzione ma il problema riguarda ancora 4 milioni di persone. La quota delle persone colpite scende infatti all'11,6% (era del 12,3% nel 2013). Nel dettaglio, spiega l'Istituto, il valore del Mezzogiorno, 19,9%, equivalente ad oltre 4 milioni di individui, "per quanto in forte diminuzione, è più elevato di quello rilevato in tutto il Centro-Nord (7,2%, quasi 3 milioni di individui)". Il Pil procapite del Mezzogiorno è la metà di quello del Nord. ll Pil pro capite nel Mezzogiorno (16.761 euro) è quasi la metà di quello del Nord Ovest (30.821) e poco cambia se si guarda al Nord Est (29.734 euro). È quanto emerge dalle tavole Istat, nel rapporto 'Noi Italià. I dati sono del 2014, con una media nazionale che a 25.256 euro, la più bassa, stando alle serie riportate, almeno da 10 anni, ovvero dal 2004. I numeri sullo spaccato territoriale non vanno oltre il 2014, lasciando fuori il 2015, anno in cui, almeno a livello nazionale, il Pil è salito dello 0,8% Sei auto ogni dieci abitanti. Il tasso di motorizzazione, in flessione nel 2012 e 2013, segna un lieve aumento, con quasi 610 autovetture per mille abitanti". Così l'Istat nel rapporto 'Noi Italià, con riferimento a dati del 2014. E aggiunge: "nel confronto europeo l'Italia è di gran lunga uno dei paesi più motorizzati, preceduta solo da Lussemburgo e Lituania". L'Italia è indietro nell'uso del web. La posizione nazionale è decisamente inferiore alla media Ue28 (75% nel 2014) solo Bulgaria e Romania fanno peggio di noi. Nel confronto europeo, anche la diffusione della banda larga nelle famiglie italiane è inferiore alla media dei 28 paesi (78% nel 2014). Secondo l'Istat, gli utenti di Internet nel nostro paese sono il 60,2% (circa 34 milioni 500mila persone), ma solo il 40,3% si connette quotidianamente. L'uso della rete è fortemente collegato all'età, con una quota di utenti che decresce progressivamente dopo i 24 anni. Ad eccezione dei più giovani, l'uso della rete è ancora caratterizzato da forti differenze di genere.
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