venerdì 10 giugno 2016
​Rapporto Istat. Nel 2015 si registra un crollo di 130mila unità: è la prima volta che accade da 90 anni. I residenti sono 60 milioni, 5 milioni gli stranieri. Nascite ancora in picchiata, i ragazzi sotto i 15 anni il 13,7% della popolazione.
Per la prima volta calano gli italiani
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​La popolazione italiana diminuisce e continua ad invecchiare. A frenare questo processo non basta più l'arrivo degli immigrati. Alla fine del 2015 risiedono in Italia 60.665.551 persone, di cui più di 5 milioni di cittadinanza straniera (8,3% dei residenti a livello nazionale, 10,6% al Centro-nord). I dati arrivano dall'Istat che ha diffuso oggi il Bilancio demografico nazionale relativo all'anno scorso. Nel corso del 2015 il numero dei residenti ha registrato una diminuzione consistente per la prima volta negli ultimi novanta anni: il saldo complessivo è negativo per 130.061 unità. Il calo riguarda esclusivamente la popolazione di cittadinanza italiana, con 141.777 residenti in meno, mentre la popolazione straniera aumenta di 11.716 unità ad un rimo comunque assai meno sostenuto rispetto al passato. Il movimento naturale della popolazione ha fatto registrare un saldo (nati meno morti) negativo per quasi 162 mila unità. Il saldo naturale è positivo per i cittadini stranieri (quasi 66 mila unità), mentre per i residenti italiani il deficit è molto più ampio e pari a 227.390 unità. Prosegue senza sosta la diminuzione delle nascite in atto dal 2008. Nel 2015 i nati sono meno di mezzo milione (-17 mila sul 2014) di cui circa 72 mila stranieri (14,8% del totale). I decessi sono stati oltre 647 mila, quasi 50 mila in più rispetto al 2014. Si tratta di un incremento sostenuto, da attribuire a fattori sia strutturali sia congiunturali. L'eccesso di mortalità ha riguardato soprattutto il mese di luglio, quando si sono registrate temperature particolarmente elevate per un periodo di tempo prolungato. Il saldo naturale della popolazione complessiva è negativo ovunque, con la sola eccezione della provincia autonoma di Bolzano, il record negativo va alla Liguria. Nel 2015 si è registrato un ulteriore incremento del grado di invecchiamento della popolazione. Al 31 dicembre 2015 l'età media della popolazione è pari a 44,7 anni. Continua a diminuire la popolazione con meno di 15 anni: al 31 dicembre 2015 è pari al 13,7%, un punto decimale in meno rispetto all'anno precedente. Continua a ridursi anche la consistenza della popolazione in età attiva (15-64 anni), nel 2015 si attesta al 64,3%, mentre è in crescita la popolazione di 65 anni e oltre (22%). Si conferma il trend di crescita dei nuovi cittadini italiani, nel 2015 sono circa 178 mila, con un consistente incremento rispetto al 2014 (+37%). Nel conteggio sono comprese le acquisizioni e i riconoscimenti della cittadinanza per matrimonio, naturalizzazione ma soprattutto per raggiungimento della maggiore età. Sono circa 200 le nazionalità presenti nel nostro Paese, per oltre il 50% (oltre 2,6 milioni di individui) si tratta di cittadini di un Paese europeo. La cittadinanza maggiormente rappresentata è quella rumena (22,9%) seguita da quella albanese (9,3%). Da alcuni anni si registra un rallentamento dell'immigrazione dall'estero, mentre cresce l'emigrazione. Gli iscritti in anagrafe provenienti da un Paese estero sono stati 280 mila, stranieri nel 90% dei casi. Gli italiani che rientrano dopo un periodo di emigrazione all'estero sono 30 mila. Al contrario, circa 147 mila persone hanno lasciato il nostro Paese nel 2015, di cui oltre 100 mila di cittadinanza italiana. Nel corso del 2015 i trasferimenti di residenza interni hanno coinvolto più di 1 milione e 284 mila persone (circa 30 mila in meno rispetto al 2014). Seguendo un modello migratorio ormai consolidato, gli spostamenti di popolazione avvengono prevalentemente dalle regioni del Mezzogiorno a quelle del Nord e del Centro.
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