lunedì 13 dicembre 2010
La crisi fa sentire i suoi effetti anche sul fronte dell'immigrazione. È quanto sostiene la Fondazione Ismu (Iniziative e studi sulla multietnicità) che ha presentato oggi il 16/o Rapporto sulle immigrazioni nella sede della Fondazione Cariplo. Nonostante l'incremento di 5,1 a 5,3 milioni di presenze di stranieri in Italia, il 2010 si chiuderà con un saldo netto tra arrivi e partenze positivo per 300mila unità, contro le 400mila del 2009.
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La crisi fa sentire i suoi effetti anche sul fronte dell'immigrazione. È quanto sostiene la Fondazione Ismu (Iniziative e studi sulla multietnicità) che ha presentato oggi il 16/o Rapporto sulle immigrazioni nella sede della Fondazione Cariplo.Secondo il Rapporto, nonostante l'incremento di 5,1 a 5,3 milioni di presenze di stranieri in Italia, il 2010 si chiuderà con un saldo netto tra arrivi e partenze positivo per 300mila unità, contro le 400mila del 2009. In particolare, secondo Gian Carlo Blangiardo dell'Università Bicocca di Milano, «ci sono stati molti rientri e la crisi ha pesato sulle decisioni degli immigrati». Blangiardo nega invece che ci possa essere una influenza legata al clima sociale nei confronti degli stranieri: «È un fattore assolutamente accessorio, se uno straniero decide di restare lo fa indipendentemente da come la pensano gli altri cittadini, non credo poi che l'Italia sia un Paese razzista».Il docente ha poi spiegato che il calo del saldo tra arrivi e parte in Italia è stato «inferiore a quello registrato in Spagna, pari al 30%, dove ha pesato in modo bruciante la crisi nel settore dell'edilizia».Sono in crescita, però, gli alunni stranieri nati in Italia e in diminuzione i neo arrivati. Dagli ultimi dati relativi all'anno scolastico 2009/10, rilevati dall'Ismu nel XVI rapporto sulle migrazioni 2010, emerge che sono 673.592 gli allievi stranieri nelle scuole italiane (il 7,5% della popolazione scolastica). La concentrazione degli allievi stranieri è un fenomeno rilevante in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte. Per ciò che riguarda la concentrazione degli alunni stranieri, si rileva come la percentuale di istituti scolastici non interessata dalla loro presenza sia del 26,1%. Sono, invece, 1.620 le scuole italiane (2,8%) che hanno una presenza di alunni stranieri superiore al 30%. In un recente documento del Miur (2010), si sottolinea che nell'anno scolastico 2009/2010, tra le primarie che superano la soglia del 30% di allievi stranieri, un quarto si trova in Lombardia e il 65,5% tra Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte;rispetto alle secondarie di I grado, ben il 38% si colloca nel contesto lombardo e il 65,5% in sole tre regioni (Lombardia, Emilia Romagna, Veneto). Al sud e nelle isole, solo 21 scuole superano la soglia del 30%. La maggior parte delle scuole quindi si adegua alla soglia del 30%. Gli approfondimenti statistici del Miur mettono in luce che molte sono state le scuole che si sono adeguate alla soglia del 30%, ma elevata è anche stata la concessione di deroghe. In Lombardia, ad esempio, l'84% delle scuole ha rispettato il provvedimento, alle restanti istituzioni scolastiche sono state concesse deroghe. Non vi sono novità significative riguardo alle provenienze (tra le prime nazionalità si confermano Romania, Albania, Marocco, Cina, Ecuador), alla distribuzione degli studenti nei diversi ordini di scuola (con una maggiore concentrazione alle primarie) e alle differenze territoriali (si conferma una presenza significativa al nord e al centro).Tuttavia, al trend generale degli ultimi anni, caratterizzato dal rallentamento nell'incremento degli alunni con cittadinanza italiana, corrisponde una progressiva trasformazione nella composizione della popolazione scolastica straniera. Infatti, da un lato, cresce significativamente la presenza dei nati in Italia da genitori stranieri (233.033 unità nel 2008/09: il 5% degli iscritti alle scuole dell'infanzia), dall'altro, si riduce il numero di alunni neo arrivati (41.421), ovvero coloro che hanno iniziato il processo di scolarizzazione nel Paese d'origine e che poi hanno dovuto interrompere il loro percorso per ricongiungersi ai genitori già in precedenza emigrati in Italia.
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