sabato 1 febbraio 2014
​La sala slot ha aperto davanti al Sert: un mega locale per le scommesse con decine di macchinette. Inutili i tentativi di Comune e Asl per fermarlo.
Lo Stato si arrende. E «Bisca Italia» fa bingo
COMMENTA E CONDIVIDI
Alla fine l’ha spuntata l’azzardo. Pro­tetto da un sistema burocratico che lascia poco margine di manovra ai sindaci anti-slot, in assenza di una legge re­gionale. Così, dal 20 dicembre, si scom­mette liberamente nel locale Eurobet di via Erennio Ponzio a Isernia, proprio di fronte al Servizio per le tossicodipenden­ze (Sert) e a due passi dalle scuole medie. In campo, dopo la denuncia dell’immi­nente apertura su Avvenire il 20 novembre scorso, era scesa anche la diocesi doman­dandosi il senso di una sala slot «che ge­nera illusioni», soprattutto in quel luogo. In una lettera, il direttore della Caritas don Salvatore Rinaldi l’aveva definito come «l’ennesimo grido d’aiuto da parte di una società logorata dalle crisi e dalle povertà». Nemmeno gli operatori, che ogni giorno vedono arrivare nei loro uffici nuovi ma­lati di gioco, se la sono sentita – per pau­ra – di manifestare, anche solo con uno striscione alle finestre, per scongiurarne l’apertura. Eppure la rabbia c’è ed è tan­ta, anche se non è riuscita a sopraffare l’indifferenza dei dirigenti. Mostrano qua­si rassegnati quel record negativo che ve­de il Molise al primo posto in Italia per numero di scommettitori (il 57% della po­polazione).«Non abbiamo potuto fare nulla», am­mette il sindaco Luigi Brasiello, che aveva tentato di impedirne l’apertura con un’or­dinanza dirigenziale subito esecutiva. Ma ora si andrà avanti con «la modifica dei re­golamenti comunali, anche se ci vorran­no alcune settimane», dice. Secondo l’uf­ficio legale del primo cittadino, l’ordinan­za – in assenza di una legge regionale – a­vrebbe esposto il Comune a «contenzioso certo con altissima possibilità di perdere» per violazione della norma sulle liberaliz­zazioni. In Regione, giace dal 30 ottobre u­na proposta di legge dell’Idv sulla ludopa­tia. Il testo introdurrebbe il divieto d’in­stallare nuovi apparecchi a meno di 500 metri dai luoghi sensibili. Inoltre, preve­drebbe la riduzione delle tasse comunali per i commercianti che tolgono le slot, un esperimento in Molise portato avanti so­lo dal comune di Agnone (Isernia). La seconda via tentata dal sindaco, perciò, è quella di cambiare i regolamenti comu­nali nella parte in cui si disciplina l’aper­tura delle attività commerciali, «proce­dendo a una zonizzazione del territorio» che individui tutte le strade in cui – o per vicinanza alle scuole o ai luoghi di cura e culto – non sarà più possibile aprire nuo­ve sale. «In questo modo – ipotizza Bra­siello – spero di disincentivare i gestori, vi­sto che rimarrebbero solo aree poco ap­petibili ». Che il territorio molisano sia par­ticolarmente dedito al gioco d’azzardo lo conferma pure la Questura d’Isernia, do­ve proprio negli ultimi dieci giorni «sono state rigettate due richieste di aperture di sale gioco - conferma il vice questore Pio Amoriello - perché non avevano la con­cessione dei monopoli di Stato». Di nuo­ve aperture comunque, aggiunge, «per o­ra non ce ne sono».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: