mercoledì 20 novembre 2013
​La cosa sbagliata al posto sbagliato: i malati di gioco dovranno passare davanti al locale per accedere alla struttura dove vengono aiutati a disintossicarsi. A poche centinaia di metri anche due scuole e la villa comunale. Il sindaco: senza legge regionale non posso intervenire (di Tommaso Sentinelli
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Un po’ come continuare a lasciare droga sotto gli occhi di un tossicodipendente. Una sala scommesse di fronte al Sert dove i malati di gioco vanno a curarsi. E se non bastasse, a neanche 200 metri da una scuola media e a 300 da un’altra. Ciò che sta accadendo a Isernia ha dell’incredibile, ma in pochi sono disposti a esporsi per fermare quello che sembra una beffa bella e buona. La conferma si è avuta qualche giorno fa, quando davanti alla vetrina di un locale in ristrutturazione è apparso un manifesto: "Prossima apertura Eurobet". In sostanza, una sala gioco, con annesse slot machine, gestita dalla nota compagnia di scommesse online. Ma basta attraversare la strada, via Erennio Ponzio, per arrivare al civico 76, sede del servizio per il trattamento delle dipendenze. E occorre fare una piccola salita, risalendo via Pascoli, per arrivare in un minuto nella scuola media Andrea D’Isernia. Dopo altri duecento metri, girando su Corso Garibaldi, ecco che di scuola ce ne è un’altra: l’Istituto comprensivo Giovanni XXIII. Ma se non fosse ancora sufficiente, il nuovo casinò si trova accanto alla Villa Comunale frequentata per lo più da giovani e anziani, le due categorie più a rischio gioco patologico.  Possibile che non si possa fare niente? Gli interrogativi dei dipendenti Sert, come pure dei locali vicini è unanime, ma nessuno per paura, trasforma quel mugugno in un grido di protesta. Grande il timore di andare a pestare i piedi «a chi è troppo forte». Molti negozi espongono persino le locandine create dall’azienda sanitaria regionale per informare sui rischi del gioco compulsivo. Il Molise è, infatti, la regione con il più alto numero di scommettitori d’Italia, visto che il 57% dei cittadini sfida la sorte per gioco. Anche la cifra spesa alle slot ogni anno (750 euro nei primi 10 mesi del 2012) rappresenta il 4,9% del reddito procapite: si tratta della seconda percentuale più alta nel Paese. Tante le casalinghe, ma anche i giovani, gli operai e i pensionati che non rinunciano a una puntata alle slot. Qualcuno si è pentito amaramente di averne comprate tre anni fa, «pagandole 3mila euro l’una». Lorenzo Ribera gestisce l’Accademia del biliardo proprio in centro a Isernia. «Non immagina nemmeno - dice - quanto costa rimuoverle oggi».       Il gioco dilaga, ma la regione Molise non ha ancora approvato una norma contro la ludopatia. L’Idv ha depositato il 30 ottobre in Regione una proposta di legge che introduce il divieto d’installare nuovi apparecchi a meno di 500 metri da scuole, da centri di aggregazione sociale o sportiva, dalle strutture socio-assistenziali. Inoltre vieta la pubblicità e prevede la riduzione delle tasse comunali per i commercianti che tolgono le slot. Ma per la discussione in Consiglio bisogna attendere. Intanto però, nuove sale scommesse crescono nei luoghi più impensati. Come di fronte a una centro di cura. C’è poca voglia di parlare, al Sert. Anche al distretto sanitario d’Isernia fanno spallucce, pur definendola «inopportuna e pericolosa» e assicurando «di farsi carico del problema». Ma alla fine rimettono tutto nelle mani della politica locale, visto che le Asl «non hanno potere d’intervento». La posizione «non è certo ideale», ammette la preside del Giovanni XIII,  Rossella Simeone, e potrebbe agevolare «l’adescamento dei ragazzi più fragili». Per questo chiede un tavolo interistituzionale e l’intervento della politica.Politica che per ora sembra avere le mani legate dall’assenza di una norma regionale. In Questura e in Comune, poi, non c’è traccia del nuovo locale, anche se il nome dell’impresa di gestione è stata iscritta da Eurobet nell’ufficio molisano dei Monopoli di Stato. Allo Sportello unico attività produttive comunale (Suap), comunque, ogni nuovo esercente dovrebbe consegnare una certificazione d’inizio attività (Scia), solo per avviare lavori di riconversione dei locali commerciali. «Non risulta al nostro Suap nessuna richiesta sul locale in via Erennio Ponzio» - dice il sindaco Luigi Brasiello, assicurando che, «vista la vicinanza con le scuole, farò tutto il possibile per intervenire nei termini di legge». Troppo lunghi i tempi per approvare un regolamento comunale, il primo cittadino sta pensando a un’ordinanza dirigenziale subito applicativa. Intanto, però, i lavori di ristrutturazione vanno avanti e tra poche settimane s’inaugura.
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