giovedì 21 maggio 2020
L'esecutivo pensa ad un unica tornata elettorale per amministrative e referendum costituzionale. Ma la possibilità non piace a opposizione e Regioni costretti così ad una campagna elettorale in estate
Ipotesi election day 13 e 14 settembre, Conte: sarà scelta condivisa

Fotogramma/Michele Lapini

COMMENTA E CONDIVIDI

Nessun passo in avanti dell’esecutivo, nessuno sgarbo alle forze politiche. La scelta del prossimo appuntamento elettorale con le Regionali rimandate causa Covid sarà una scelta condivisa. Ad assicurarlo il premier Giuseppe Conte dopo la diffusione della notizia che il governo starebbe lavorando ad un election day per il 13 e 14 settembre. Date contenute, in realtà, in un emendamento della relatrice al decreto sul rinvio in autunno delle elezioni, Anna Bilotti del M5s. Ma la maggioranza chiede al governo di non proseguire sul terreno delicato delle elezioni con un intervento a gamba tesa, senza la condivisione delle opposizioni e delle Regioni. E dall'esecutivo, arriva un segnale di collaborazione: nessuna intenzione di andare allo scontro, anzi. È lo stesso premier Giuseppe Conte a garantirlo. «È una possibilità, ma deve essere condivisa il più possibile», assicura. Anche se l'ipotesi di far svolgere un election day a metà settembre resta in campo. Perché, è la riflessione che si fa nell'esecutivo, bisogna tener presente che andando troppo in là con le date, l'Italia potrebbe ripiombare nell'emergenza coronavirus e le elezioni rischierebbero di saltare nuovamente. Una ipotesi confermata anche dal sottosegretario all’Interno, Achille Variati, intervenendo in commissione e citando un parere del Comitato tecnico scientifico. Ma restano i dubbi bipartisan sull'ipotesi di svolgere le elezioni regionali, comunali e il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari in un'unica tornata a metà settembre (si ipotizzano le date del 13 e 14 con secondo turno a fine di settembre).

Ci sarà comunque tempo fino a martedì prossimo, quando tornerà a riunirsi la commissione Affari costituzionali della Camera, per tentare una intesa e sminare il terreno da possibili contrapposizioni, soprattutto con le Regioni che, garantiscono nella maggioranza, «nessuno si augura». Lo stesso presidente della commissione, il pentastellato Giuseppe Brescia, nel chiudere la seduta odierna ha auspicato «si trovi un accordo». Ma le perplessità sull'opportunità di un voto a metà settembre, con una campagna elettorale che si dovrebbe quindi svolgere nel pieno delle ferie estive, in agosto, sono state sollevate anche dalle forze di maggioranza, pur senza atteggiamenti di netto contrasto. Più ferma la posizione delle opposizioni, con Forza Italia irritata anche per il metodo: ovvero, due emendamenti della relatrice del testo «senza che nessuno ne sapesse nulla», spiega Francesco Paolo Sisto, che si dice «contrarissimo a un election day a metà settembre». Per di più, aggiunge, «si accorpano elezioni diversissime tra loro», visto che si voterebbe per regionali, comunali e referendum costituzionali per il taglio dei parlamentari. Per FdI, invece, la prima data utile è fine settembre. Perplessità anche dalla Lega, che ha presentato un emendamento per far svolgere le elezioni Regionali a luglio, come chiedono alcuni governatori uscenti tra cui Luca Zaia, pur precisando che si tratta di una «possibilità aggiuntiva», non l'unica soluzione.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: