mercoledì 18 giugno 2014
​Secondo il pentito dei casalesi esisterebbe una struttura creata per corrompere i guidici napoletani. "Il mio avvocato mi chiese 250 mila euro".
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Duecento mila euro versati a un giudice e un avvocato per "aggiustare" un processo in appello relativo a un duplice omicidio: è questa l'accusa del  pentito dei casalesi Antonio Iovine in un interrogatorio depositato oggi dai pm della Dda. Iovine ha dichiarato che il suo legale, avvocato Michele Santonastaso, attualmente detenuto per un'altra inchiesta, gli avrebbe detto che occorreva quella somma per ottenere l'assoluzione in due processi, il primo per un omicido, il secondo per un duplice. In quest'ultimo caso Iovine fu assolto in appello, dopo essere stato condannato in primo grado all'ergastolo. Dopo il suo pentimento, Iovine ha invece confessato di essere stato l'autore dei delitti. Secondo il pentito dei casalesi esisterebbe una "struttura che girava per il tribunale di Napoli" per corrompere i giudici. I casi di presunta corruzione sono stati trasmessi, secondo quanto si è appreso, alla procura di Roma, competente a indagare sui magistrati partenopei. Gli inquirenti capitolini, in base a quanto filtra, interrogheranno Iovine che nelle sue dichiarazioni tirerebbe in ballo anche un ex giudice della corte d'assise d'Appello di Napoli già sotto processo a Roma per il reato di rivelazione del segreto d'ufficio ed abuso d'ufficio.
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