giovedì 8 luglio 2010
Via anche le restrizioni all'accompagnamento. La notizia è stata salutata con un applauso dalle centinaia di manifestanti, disabili e loro familiari, concentrati davanti a Montecitorio: «Un risultato che premia la nostra mobilitazione».
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Fa un gran caldo ed è difficile muoversi con gli ausili tra i sanpietrini di Roma, ma arrivano in tanti e non si lamentano per questo. Sono disabili, abituati alla vita scomoda. Non è una manifestazione come le altre: non lo è perché portare in piazza duemila persone legate al mondo dell’invalidità non è facile. Non lo è perché la speranza di passare dalla protesta alla festa è tanta e la gioia della vittoria non si fa attendere: è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta in persona a comunicare la notizia ai presidenti di Fish e Fand, le federazioni di associazioni che hanno promosso la manifestazione davanti a Montecitorio. Dalla manovra economica, oltre all’innalzamento della soglia di disabilità dal 74 all’85 per cento, è stata cassata la stretta sulle indennità di accompagno.«Letta ci ha telefonato – comunica il presidente della Fand Giovanni Pagano – e ci ha assicurato che è tutto tornato come prima. Dopo la soppressione dell’emendamento che modificava la percentuale di invalidità per poter ottenere l’assegno, anche la norma che restringeva i criteri per l’assegno di accompagno è stata eliminata. Siamo molto contenti» e pronti a festeggiare. Nella piazza si leva un applauso liberatorio «È un risultato che premia l’azione di queste settimane: interlocuzioni, contatti politici, documenti tecnici e di proposta, comunicazione, sensibilizzazione e mobilitazione di una base estremamente diffusa e motivata», dicono gli organizzatori.È un risultato che il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri – dopo giorni di spola tra Tremonti, Berlusconi e il relatore Azzollini – sente un po’ suo, anche se non lo dice. «Nessuna discriminazione per chi vive quotidianamente una condizione di disagio, ma una stretta sui falsi invalidi», sintetizza. Questo era l’obiettivo del governo, conferma Gasparri, «perché inestimabili sono i danni alle casse dello Stato causati da chi indebitamente beneficia dell’assegno».Al fianco dei manifestanti, rappresentanti politici delle opposizioni e di tutte le sigle sindacali esultano. Ma c’è anche chi non riesce a festeggiare. Dalle regioni continuano ad arrivare voci preoccupate. Aldo Forte, assessore alle Politiche sociali del Lazio teme «i problemi legati ai tagli, che potrebbero mettere in ginocchio i servizi assistenziali».Dal Pd, l’ex ministro Mariapia Garavaglia conferma: «Il governo ha accolto la modifica richiesta, ma deve essere chiaro che, con questa manovra, il governo compromette in modo irreparabile l’intervento pubblico a favore delle persone invalide, togliendo a scuole ed enti locali la possibilità di intervenire in loro favore con assegni ed insegnanti di sostegno».
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