mercoledì 16 marzo 2016
Avviso Pubblico, l'associazione tra comuni sul fronte della lotta alle mafia e alla corruzione, ha presentato un "focus sul fenomeno degli amministratori sotto tiro". (A. M. Mira)
Sindaci nel mirino, più di una minaccia al giorno
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Incendi, spari, bombe, lettere minatorie, aggressioni. Crescono le intimidazioni ai sindaci e alle amministrazioni comunali. Dall’inizio dell’anno sono state 96. Più di una al giorno (esattamente 1,5). Erano state 65 nel 2014. Lo denuncia Avviso pubblico, l’associazione tra comuni sul fronte della lotta alle mafia e alla corruzione, che in occasione dell’assemblea a Roma, ha presentato un "focus sul fenomeno degli amministratori sotto tiro" che anticipa l’annuale rapporto. Un elenco che preoccupa, con azioni che colpiscono sindaci, amministratori locali e regionali, dipendenti e strutture comunali. Il primo l’1 gennaio, quando un incendio doloso viene appiccato a due automezzi adibiti alla raccolta dei rifiuti nel comune di Gioiosa Ionica (Reggio Calabria). L’ultimo, per ora, ad Altomonte (Cosenza) dove il 12 marzo viene incendiato il furgone della ditta che ha vinto l’appalto per il servizio mensa nelle scuole del paese. E non é un caso che si tratti di due comuni calabresi. Dei 96 atti intimidatori ben 23 hanno riguardato comuni di quella regione (24%). Segue la Sicilia con 17 (18%), la Puglia con 14 (15%), la Campania con 10 (10%) e la Sardegna con 8 (8%). Ma non mancano anche regioni del Nord e del Centro: Emilia Romagna e Veneto (4), Lombardia, Liguria e Piemonte (3), Lazio e Molise (2), Abruzzo, Marche e Toscana (1). In tutto sono coinvolti 78 comuni in 15 regioni. Per quanto riguarda i bersagli delle minacce troviamo al primo posto gli amministratori (47%), poi i dipendenti pubblici (18%), mezzi e strutture (18%), parenti (7%). Tra gli amministratori minacciati quasi la metà (44%) sono sindaci, a conferma di come sia la posizione più delicata e a rischio. Tra le tipologie di intimidazioni la più frequente in questi due mesi e mezzo è stata l’incendio col 35% (tra questi il 62% ha interessato auto). Abbiamo poi lettere minatorie (22%), ordigni (8%), aggressioni (7%), pezzi di animali (5%) soprattutto teste mozzate, proiettili (5%). «Noi vogliamo essere dei sindaci normali non degli eroi. Ma realizzare la normalità spesso è un rischio», dicono tre sindaci minacciati, Alice Bulgarello di Polverara (Pd), Pasquale Amato di Palma di Montechiaro (Ag) e Carmine Brandi di Carovigno (Bs). «Non possiamo abituarci che fare il sindaco voglia dire mettere a rischio la propria vita e quella dei familiari», sottolinea il presidente di Avviso Pubblico, Roberto Montà, sindaco di Grugliasco e lui stesso vittima di una grave intimidazione. «Su questo fronte – aggiunge – è in gioco un attacco alle istituzioni democratiche. Chi ha il compito di legiferare – è il suo appello – deve avere chiara l’urgenza di intervenire». La presidente della Commissione antimafia, Rosy Bindi assicura «grande attenzione. Non possiamo continuare a vivere in questo pendolo tra sindaci minacciati e sindaci corrotti». E annuncia l’intenzione di presentare delle modifiche al Testo unico sugli enti locali «per non lasciare soli gli amministratori in prima linea». Una proposta è già in Parlamento ed è frutto del lavoro della Commissione d’inchiesta presieduta da Doris Lo Moro. «È già incardinata in commissione giustizia dove è in corso la discussione generale, e quasi sicuramente avremo la deliberante». Ma bisogna fare in fretta. Così il viceministro dell’Interno, Filippo Bubbico propone di inserire il rafforzamento dei reati contro gli amministratori nel decreto sulla sicurezza urbana o in quello sullo scioglimento delle Asl. Ma è necessario anche prevenire. Bubbico avanza l’idea di «uno strumento per sostenere gli amministratori che vogliono operare il cambiamento, una sorta di meccanismo di cessione di sovranità in favore di un coinvolgimento più diretto dello Stato, attraverso le prefetture». Una sorta di affiancamento anche attraverso la sottoscrizione di protocolli di buone pratiche.
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