giovedì 11 luglio 2013
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​«Intendiamo mettere la parola "fine" alla cattiva tv». Così il commissario dell’Agcom Antonio Preto sintetizza lo spirito del regolamento varato dall’Authority sui programmi gravemente nocivi per i ragazzi. «Grazie alle nuove disposizioni l’Italia si allinea alle direttive dell’Unione europea, particolarmente sensibile a questo delicato tema nel pieno dell’era digitale e del bombardamento mediatico. Potremmo usare una metafora e dire che le maglie dei nuovi media sono molto, troppo larghe, e rischia di passare di tutto».Il regolamento disciplina nel dettaglio anche due novità introdotte dal legislatore. «Primo, abbiamo specificato l’obbligo per il fornitore di adottare un sistema di sicurezza, il cosiddetto parental control, per escludere i minori dall’accesso a programmi gravemente nocivi. Secondo, saranno esenti dal divieto assoluto solo i servizi non lineari, cioè i video on demand, che possono essere visionati da un pubblico adulto solo dopo scrupolose verifiche».Le nuove regole prevedono che non si possa disattivare «stabilmente» il filtro elettronico. «La scelta – afferma Preto – è stata quella di evitare la visione accidentale da parte del minore di un programma non adatto, richiedendo all’adulto di esprimere esplicitamente la propria volontà di visionare questi contenuti attraverso un iter accurato».Fra i programmi pericolosi ci sono anche quelli che favoriscono il gioco d’azzardo. «La richiesta è giunta dal Consiglio nazionale degli utenti e dal Garante dell’infanzia. Una scelta comune anche ad altri Paesi europei, dalla Francia alla Spagna, passando per Gran Bretagna. Da commissario Agcom, ma anche come padre, trovo che si tratti di una scelta giusta. E vorrei segnalare che una norma simile è prevista anche nel nuovo piano di numerazione per la televisione digitale terrestre». Preto pone l’accento sulle sanzioni. «Di fronte alla violazione in materia di minori l’Agcom ha da sempre una linea molto rigorosa. Le sanzioni sono quelle previste dalla legge, in particolare dal Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici».Il problema sarà far valere il regolamento anche per i siti. «È il vero nodo – sottolinea il commissario –. I minori sono i soggetti più esposti alle insidie del web. L’Agcom è il regolatore che per legge tutela le fasce più deboli, con particolare attenzione ai minori. Ha ampi poteri sul mondo della tv tradizionale, ma ben più sfumati per quanto riguarda Internet. Credo sia importante che il legislatore ci attribuisca prima possibile poteri di vigilanza e sanzionatori in materia di tutela dei minori anche sulla Rete. Si tratta di una questione di sempre maggiore attualità che richiede un aggiornamento costante delle leggi in linea con l’accelerazione imposta dai nuovi media».Preto anticipa il libro bianco Media e minori elaborato dall’Autorità. «Il testo ha evidenziato le implicazioni tra l’esponenziale fruizione di nuovi media da parte dei minori e l’esigenza di "pensare" nuove forme di tutela in relazione all’elevata volatilità dei nuovi mezzi di comunicazione, primo fra tutti il web».
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