martedì 26 febbraio 2013
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​È presto per tirare un bilancio definitivo e indicare come uscire dal rischio ingovernabilità che si profila. «Abbiamo il dovere di evitare che il Paese precipiti nel caos», è la consapevolezza che traspare dal tono - pur vivace, visti gli esiti positivi che si profilavano per il Pdl ieri sera - di Maurizio Gasparri. Il capogruppo al Senato nella scorsa legislatura ammette, però, che trovare una soluzione è al momento difficile, viste le distanze soprattutto con il 5Stelle.Da una sconfitta annunciata a un testa a testa. Soddisfatti?Sicuramente. C’è, però, da interrogarsi su questa idiosincrasia tra annunci, sondaggi, previsioni e realtà. Come si ci fosse nel Paese un clima di intimidazione mediatica, politica, a volte anche giudiziaria, che ha fatto sì che molti che hanno votato per noi abbiano avuto timore di dichiararlo.Sembra, però, materializzarsi il fantasma dell’ingovernabilità. Come evitarla?Aspettiamo lo scrutinio finale per parlarne. Vedremo che scenario si profilerà. Abbiamo il dovere di evitare che il Paese precipiti nel caos. Ma allo stesso tempo non possiamo rinunciare a valori e proposte che abbiamo ribadito in campagna elettorale: detassazione della prima casa, tutela della famiglia, rivedere la legge Fornero. Penso, poi, ai valori non negoziabili. Non potrei mai condividere le scelte di chi vuole bloccare opere pubbliche o introdurre unioni gay. Non è che i contenuti siano un fatto accessorio.C’è allora spazio per un collaborazione con il 5Stelle?Sul piano dei contenuti mi pare molto difficile, visto che è molto connotato da militanze e appartenenze alla sinistra. Un conto sono la trasparenza delle istituzioni e la riduzione dei costi della politica. Poi però ci sono i No-Tav... In democrazia bisogna rispettare ogni espressione della volontà popolare. Ma un conto è misurarsi, l’altro è condividere le scelte.Allora come se ne esce, visti i risultati del Senato. Con una grande coalizione con il Pd? Con una riedizione della "strana maggioranza"?Il risultato di Monti è una catastrofe. Ha sbagliato tutto, poteva essere una risorsa istituzionale, adesso è un contendente minore. Lui, Casini, Fini, Ingroia, Vendola, insomma i minipartiti, sono gli sconfitti di queste elezioni. Ripeto, vediamo quale scenario si profilerà. E sia chiaro che la responsabilità verso l’Italia ce l’abbiamo tutti.C’è già chi parla di tornare al voto.Mi auguro di no, visti i problemi economici che abbiamo. Per me, però, è prioritaria la coerenza con gli impegni assunti.Come la mettiamo con i giudizi dall’estero?Tra gli sconfitti di queste elezioni ci sono tutti i soloni che hanno vanamente interferito nella vita democratica italiana.E lo spread?Lasciamolo perdere. Bisogna archiviare il montismo e le catastrofi che ha arrecato all’economia reale.
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