mercoledì 22 maggio 2013
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«La gente deve sapere che comprare in Internet è un rischio enorme». Annarosa Racca, presidente di Federfarma, mette in guardia gli italiani. Meglio non fidarsi delle vendite online e acquistare le medicine dai canali tradizionali. «Nel nostro Paese c’è in media una farmacia a meno di dieci minuti da casa, si fa prima. E basta anche con il mito che in Rete le medicine costano meno. In Italia i prezzi sono molto bassi, in 5 anni sono calati del 25%».Chi compra in Rete, però, non lo fa solo per risparmiare.Chi ordina farmaci su Internet lo fa soprattutto per superare il filtro del medico e quello del farmacista. Ma non chiamiamole farmacie online: si tratta di siti messi in piedi da veri e propri delinquenti. Qui c’è in ballo la salute della gente.Servirebbe un po’ più di buon senso.Per fortuna in Italia ci pensano le donne. Sono loro, spesso, ad occuparsi della salute dell’intera famiglia. Vanno in farmacia per figli e mariti, consigliano il rimedio giusto per ogni malanno, interpellano il medico quando serve. È un ruolo importante, che disincentiva dal rivolgersi ad altri.Chi entra in farmacia può sentirsi tranquillo?L’intera filiera è assolutamente impermeabile. Una volta al mese dobbiamo fornire tutti i dati al Servizio sanitario nazionale, siamo costantemente super controllati. Persino i farmaci scaduti sono tracciabili: la vita di una confezione è monitorata dal momento in cui esce dalla fabbrica fino a quando viene eventualmente smaltita. Nessun rischio che finisca in mani sbagliate.Un rapporto dell’Unicri solleva dubbi sul mercato parallelo, che consente di spostare partite di farmaci da uno Stato all’altro, a seconda della domanda.Da noi si tratta soprattutto di esportazioni, visto che in Italia i farmaci costano meno. È vero che le medicine vengono poi reimballate, ma anche in questo caso ci vuole un’autorizzazione. Semmai ci vorrebbero regole più stringenti: non dovrebbe esser consentito spostare farmaci contingentati, di cui potrebbe esserci bisogno. Non si può rischiare di lasciare i pazienti senza cure solo per inseguire un maggior profitto.
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