mercoledì 29 settembre 2010
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Fin dal suo arrivo al Sant’Anna le è stata accanto: la dottoressa Evelina Gollo, primario di Anestesia e Rianimazione, esce stremata ma serena dalla storia, tragica e bella insieme, di Idil.Era coma, come scrivono molti giornali, o morte cerebrale?Già il 26 agosto, quando è giunta al Cto, l’elettroencefalogramma era risultato piatto. Poi il 13 settembre è stata ricoverata da noi e qui un secondo encefalogramma ha dato lo stesso esito. La procedura vuole che, quando ciò accade, la Commissione per l’accertamento di morte tenga sotto osservazione per 6 ore il paziente e, se dopo tale periodo un ultimo elettroencefalogramma risulta piatto, dichiari la morte cerebrale e stacchi i macchinari che lo tengono artificialmente in "vita".Una procedura che invece il 26 agosto è stata interrotta, per riprendere ieri.Si è deciso di non avviare l’accertamento di morte perché in questo caso c’era un’altra vita da preservare. Attaccare Idil a un respiratore ha permesso alla sua piccola di crescere.Ieri, dopo la sua nascita, che cosa è accaduto alla madre?Dopo il cesareo, la Commissione le ha fatto un elettroencefalogramma, come prevede la legge, poi verso le 17 ha dato il via alle 6 ore di osservazione, dopo le quali ha eseguito un ultimo encefalogramma. Mentre parliamo non ne conosciamo l’esito, ma la sola speranza è il miracolo, dopo tanti encefalogrammi piatti...Purtroppo è così. Questa sera (ieri per chi legge, ndr) Idil verrà dichiarata ufficialmente morta e il respiratore sarà staccato. Era morta da agosto, mancava solo la certificazione... tenga presente che nel suo caso, essendo una donna così giovane, abbiamo affiancato ai primi due elettroencefalogrammi anche gli esami angiografici, come ulteriore conferma del suo stato.Il cuore batteva da solo, in queste settimane?Nel suo caso sì, perché era sano nonostante la morte cerebrale. Ma questo avviene spesso. Può capitare anche nel caso di persone morte che donano gli organi?Sì, solo grazie al respiratore il cuore va avanti artificialmente. Idil non ha potuto donare i suoi organi a causa del tumore, altrimenti la famiglia avrebbe voluto... Difficilmente nella mia vita professionale ho incontrato una famiglia tanto bella, profonda, dolce, rispettosa. Non solo il marito di Idil, ma anche i parenti che vivono qui in Italia e l’hanno fatta venire per le cure, hanno creato un clima di totale empatia e affetto con tutto il personale.Che cosa l’ha colpita in questa storia?Ci eravamo preposti come traguardo di mantenere artificialmente in vita Idil fino alla 28esima settimana di gestazione. E lei si deteriorava ma proprio fino a quel termine ha resistito. Non le parlo da medico, le dico solo la mia sensazione "di donna": ha lottato fino alla fine per riuscire a far vivere sua figlia.Il presidente degli Ordini dei Medici, Amedeo Bianco, ha precisato: «Nessun accanimento terapeutico».Assolutamente. C’era una vita da salvare, era un dovere morale farlo.
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