venerdì 2 settembre 2022
«Basta con la guerra e i diritti umani calpestati». Giornalisti, artisti, scrittori, filosofi, operatori sul campo ed esponenti della società civile chiamati a riflettere. La nostra Costituzione
Rossella Miccio, presidente di Emergency

Rossella Miccio, presidente di Emergency - Imagoeconomica

COMMENTA E CONDIVIDI

«Scegliere da che parte stare è un atto politico: il nostro tempo è un tempo sociale, e le nostre scelte influenzano la vita degli altri. La guerra ne è un tragico esempio. C’è bisogno di persone che credano nella pace». Rossella Miccio è la presidente di Emergency, l’associazione umanitaria fondata da Gino Strada, che da oggi si ritrova a Reggio Emilia per l’incontro nazionale annuale.

Il tema di quest’anno è in una parola chiave: scelta. Perché?
È quello che più rispecchia il nostro tempo: la "scelta" della guerra, quella dell’esclusione, dei diritti umani calpestati, all’estero come in Italia. Perciò abbiamo pensato a una serie di incontri con personalità di varia provenienza, tra questi giornalisti, artisti, scrittori, filosofi, operatori sul campo e rappresentanti della società civile, chiamati a riflettere sulle nostre scelte e a richiamare il senso dei valori espressi dalla nostra Costituzione. Anche questi, a suo tempo, erano stati il frutto di una "scelta", e restano i valori portanti di una società.

Qual è il principio guida che riassume l’impegno e la visione di Emergency?
In tutti i Paesi in cui lavoriamo, ogni giorno oltre tremila colleghe e colleghi garantiscono cure a chiunque ne abbia bisogno e rendono concreta un’idea semplice ma fondamentale: se i diritti sono di tutti, le cure devono essere per tutti. Anche in Italia. Abbiamo una Costituzione che dice che il diritto alla cura è garantito a qualsiasi essere umano si trovi nel nostro territorio.

Il conflitto in Ucraina ha messo a nudo contraddizioni e fatto emergere buona volontà. Come osserva queste ricadute?
Da un lato abbiamo registrato questa disponibilità all’accoglienza e alla comprensione di quanto importante sia la solidarietà, specie nei confronti di chi scappa dalle guerre. Sono state aperte le porte dell’Europa in particolare a donne e bambini profughi. Purtroppo non abbiamo visto la stessa solerzia per chi scappa da altre guerre, e questo dovrebbe farci riflettere: la guerra è sempre il male assoluto, indipendentemente da chi la faccia.

Quale responsabilità ha la politica?
Ancora una volta abbiamo assistito alla "scelta" di chi ha riproposto l’automatismo della risposta militare come unica soluzione ai conflitti. Alle porte d’Europa non ce lo saremmo aspettati. E questo ha innescato una deludente reazione unilaterale anche nella comunicazione di massa, come se non ci fosse e non ci sia alternativa all’uso delle armi.

Amati o detestati. Eroi, quando c’era da intervenire durante la pandemia, quasi "nemici" ogni volta che dite la vostra sui conflitti, le violazioni dei diritti, le migrazioni. La guerra di aggressione in Ucraina vi ha fatto registrare un cambio di registro?
Purtroppo la strumentalizzazione che si fa di qualsiasi impegno, compresa l’attività umanitaria, continua a sorprendermi. Eppure la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e la nostra Costituzione escludono la possibilità di fare differenze tra le persone. Sicuramente gli ultimi non sono stati anni facili. Ci siamo ritrovati in più occasioni a vederci rimproverati perché secondo taluni dovremmo limitarci a curare le persone nei Paesi d’origine o nelle aree di conflitto, e non quando arrivano qui o quando bisogna soccorrerli in mare. Tuttavia proprio dal giorno della morte di Gino Strada abbiamo avuto la conferma di quanto vi sia una sensibilità diffusa, come testimoniano le migliaia e migliaia di persone che ci sono state vicine e ci chiedono di continuare sul suo esempio.

Chi ha conosciuto Gino Strada sa che non smetteva di progettare. Quali impegni e quale sogno vi ha lasciato in eredità?
Gino aveva questa capacità di guardare sempre avanti. Si finiva un ospedale e lui già pensava a quello successivo. Ci ha lasciato tanti progetti e tante proposte, a partire dall’Africa con la prospettiva di una rete di centri di eccellenza sanitari che unisca vari Paesi africani. Abbiamo aperto il secondo ospedale in Uganda e stiamo già ragionando con i vari ministri su come e dove estendere questo network che si basa sui diritti per tutti in tutto il mondo. Il grande sogno di Gino Strada era che le guerre sparissero, e che Emergency diventasse inutile. La nostra "scelta" è quella di crederci.

A Reggio Emilia tre giorni di festival: stasera l'incontro con Bruck, Tarquinio e Di Cesare

Tre giorni di eventi, da oggi fino a domenica, a Reggio Emilia, per il festival di Emergency. Il tema di incontri, dibattiti, mostre e spettacoli in programma in questa seconda edizione della manifestazione è “La scelta”. Scrittori, scienziati, filosofi, giornalisti e voci del mondo contemporaneo affronteranno, insieme ai rappresentanti dell’associazione fondata da Gino Strada, una riflessione collettiva sulle domande che segnano l’attuale momento storico nel quale un ulteriore conflitto si aggiunge a quelli già esistenti nel mondo: perché scegliamo la guerra come strumento di risoluzione delle controversie? Perché scegliamo di non proteggere noi e il futuro? Piazza Prampolini, piazza Casotti, Palazzo dei musei, il cortile di palazzo Ancini, il Teatro San Prospero, il Teatro Valli e la Biblioteca Panizzi sono i luoghi privilegiati delle diverse iniziative, che spaziano dal cinema al teatro, dalla fotografia alla poesia, dalla graphic novel alla musica, fino allo sport, con la camminata mattutina organizzata dagli Psicoatleti. Tra gli ospiti, i giornalisti Riccardo Iacona, Gad Lerner e Nello Scavo, le scrittrici Edith Bruck e Soumaila Diawara, la filosofa Michela Marzano, lo storico Marcello Flores, la parlamentare inglese Natalie Bennett, l’esploratrice di National Geographic Malaika Vaz, la giornalista afgana tra le donne dell’anno del Time 2022 Zahra Joya, il fotografo afgano Farshad Usuyan, la fotoreporter Lynzy Billing e il presidente del Global Peace Dividend Initiative Matteo Smerlak. gli artisti Stefano Fresi e Daniele Silvestri e l’orchestra Buxus Consort Strings. Presenti anche nomi del mondo delle arti performative come l’attore e autore Andrea Pennacchi, il comico, attore e scrittore Alessandro Bergonzoni, l’attore, autore e presentatore Beppe Salmetti insieme ai fumettisti Takoua Ben Mohamed e Flavio Rosati. Stasera su palco di piazza Prampolini alle ore 18 è in programma il dibattito “Ripudiare la guerra: questione di scelte”, con il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, Donatella Di Cesare, Mauro Biani e (in collegamento), Edith Bruck. Modera Emanuela Bonchino. Il Festival di Emergency si tiene con il patrocinio di Rai per la Sostenibilità- ESG e con la media partnership di Rai Radio 3 e Rai News 24. Il calendario degli appuntamenti è disponibile su www.emergency.it/festival

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: