giovedì 21 febbraio 2013
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«Ci riprova ogni giorno, significa che è proprio disperato...». Maurizio Lupi vede scorrere sul suo smartphone gli ultimi affondi di Mario Monti contro Silvio Berlusconi. E sorride: «Si illude. Non ci sarà nessuna diaspora nel Pdl. Ed è anche offensivo quando chiama in campo Angela Merkel contro il Pd o il Ppe contro di noi. Sono offese verso la democrazia italiana e verso i cittadini. Mi chiedo che significato abbia, a tre giorni dal voto, un progetto politico, il suo, nato per innovare linguaggi e contenuti e che ora, invece, si propone solo di distruggere il Pdl e Berlusconi. Sono segni di debolezza di chi si vede ormai alle corde. Foglie di fico con cui coprire la realtà».Giudizi pesanti. Specie se pronunciati da lei, uno dei più vicini a Monti durante l’anno dei tecnici... Dunque la proposta del Professore di abbandonare Berlusconi dopo il voto è rispedita al mittente?I partiti della seconda e della terza Repubblica debbono avere una leadership forte. Noi abbiamo una guida carismatica, Berlusconi, che prenderà due o tre volte i voti di Monti. Perché mai dovremmo privarcene?Magari perché nel suo partito ci sono moderati che provano disagio per proposte "estreme" come la restituzione dell’Imu...Il Pdl il suo senso di responsabilità l’ha dimostrato nel novembre del 2011 anteponendo gli interessi del Paese a quelli del partito. Ora è legittimo tirare le conclusioni sull’esperienza dei tecnici, e correggere le cose sbagliate. La prima casa è sacra, restituire l’Imu è una proposta seria pensata da un partito che ha come priorità la famiglia. Vogliamo dare un po’ di ossigeno. Gli altri, invece di insultare e di accusarci di comprare il voto, ci dicano quali sono le loro priorità.Ci si interroga seriamente sulle coperture...È una favola quella per cui facciamo proposte senza criterio. Abbiamo un drastico piano di dimagrimento dello Stato e di riduzione del debito pubblico con la creazione di un fondo in cui far entrare il patrimonio immobiliare da valorizzare e vendere.A proposito di famiglia: nel Pdl, dopo la sentenza di Strasburgo, ci sono state voci, come quella di Sandro Bondi, favorevoli alle adozioni gay...Considero la sentenza della Corte europea sbagliata. E ricordo che noi siamo l’unico partito ad aver specificato nel programma i valori generatori dell’azione legislativa: famiglia, persona, vita, libertà educativa - le spese per l’istruzione vanno detratte, è un nostro punto d’onore... - e libertà d’impresa, solidarietà e sussidiarietà. Rispetto le opinioni di Bondi, ma non ho problemi ad esprimere il mio dissenso per la sua posizione. La nostra agenda è chiara: no ai matrimoni e alle adozioni gay. Su questo punto, poi, non si tratta di essere laici o cattolici. Il diritto ad un padre e a una madre riguarda lo sviluppo pedagogico del bambino. Non è una battaglia ideologica.La vostra proposta?Lavorare nel codice civile per tutelare i diritti individuali. E lottare contro ogni discriminazione a sfondo sessuale. Anzi, ci tengo a sottolineare la nostra ferma distanza dal video dei due candidati di Fratelli d’Italia. Le persone vanno rispettate sempre e comunque. Non si scende a quel livello.Tornando al voto: ci sono possibilità per una Grande Coalizione?Non vedo una prospettiva del genere. Noi vogliamo governare, e stiamo recuperando gli indecisi uno ad uno. Il centrosinistra ha la stessa aspirazione. Chi sperava nello scenario delle larghe intese, perseverando nel tentativo di Casini e Fini di distruggere il Pdl e il suo leader, ora sta masticando amaro.​
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