giovedì 18 ottobre 2012
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Monti come centrodestra e centrosinistra: quando si tratta d’incassare i proventi del gioco d’azzardo tutti i governi sono uguali?Esiste una connivenza istituzionale, nel senso che l’ascolto di cui godono le lobby dell’azzardo è bipartisan ed è molto ramificato nelle istituzioni – ammette monsignor Alberto D’Urso, segretario nazionale della Consulta antiusura –. Balduzzi però aveva preso degli impegni precisi, circa i limiti che l’esecutivo avrebbe imposto all’apertura di nuove sale da gioco. Ora questi impegni non ci sono più. Siamo delusi.Da quando le lobby condizionano le istituzioni?Da anni, sicuramente dagli anni Novanta, quando si è verificato il boom dell’azzardo che oggi ha un giro d’affare almeno doppio, rispetto ad allora. Ricordate il partito dei casinò, quei politici subito pronti a sposare la causa dell’apertura di nuove case da gioco nelle città, con il miraggio di uno sviluppo facile? Anche allora non c’erano differenze tra i partiti. Esiste una connivenza generalizzata, al di là delle differenze politiche e delle ragioni finanziarie che vengono portate a sostegno di queste decisioni.Si può dire che questa battaglia è stata vinta dai ragionieri?È stata persa dalle persone, dai deboli, e anche dallo Stato, che rinuncia a combattere le cause dell’azzardo – disoccupazione, depressione, solitudine, psicopatologie – e si illude di guadagnarci. Al contrario, com’è stato per il tabagismo, prima incassi e poi ci rimetti in spesa sanitaria.Cosa farete ora?Continueremo la nostra lotta, come quella portata contro l’usura. Da gennaio esiste un cartello anti-azzardo che lavora nelle città, informando e facendo prevenzione.
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