venerdì 5 luglio 2013
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«Se la scelta è di natura tecnica, vedo difficile che il Parlamento possa intervenire». Il professor Francesco Paolo Casavola, presidente emerito della Corte Costituzionale, spiega i termini della contesa istituzionale sulla vicenda degli F35. «Il Consiglio Supremo di Difesa – afferma Casavola – sembra aver motivato la sua presa di posizione in senso strettamente tecnico. Ovvero: come la scelta di acquistare quel tipo di aereo e in quel dato numero è appartenuta alle decisioni tecniche del governo, così ogni decisione che modifichi la decisione deve appartenere nuovamente al governo. Si è parlato di "non politicità" della scelta. E questo mi sembra metta fuori gioco il Parlamento. Si è parlato da una parte di veti e dall’altra di schiaffi... Non è la terminologia più appropriata, perché Consiglio Supremo e Parlamento si muovono su due piani diversi, senza interferenze. Più che di veto, forse, accorerebbe parlare della mancanza da parte del Parlamento di un potere di "ingresso in materia". Il Consiglio è un organo istituzionale, del quale fanno parte il capo dello Stato e il governo ai massimi livelli. E quel "Supremo" fa capire che non è soggetto ad altri organi.Il Parlamento non può dare indirizzi al governo in tema di difesa?La Costituzione è molto esplicita nel ribadire il ripudio della guerra da parte dell’Italia, fatta salva la partecipazione alle missioni militari internazionali. Certo, il Parlamento potrebbe chiedere al governo un rispetto più stringente della norma costituzionale sul ripudio della guerra, obbiettando contro la partecipazione alle missioni internazionali. Questo potrebbe valere come un atto di indirizzo politico proprio del Parlamento, con il quale il governo, ivi compreso il Consiglio Supremo, dovrebbero confrontarsi. Ma vista la maggioranza che c’è oggi alle Camere, largamente favorevole alla partecipazione italiana alle missioni internazionali, mi sembra un’ipotesi piuttosto remota. Il Parlamento, sempre in via teorica, potrebbe chiedere una diminuzione complessiva della spesa militare, in considerazione della crisi sociale che vive il nostro Paese. Ma come e dove tagliare spetta al governo. Potrebbe essere proposto un conflitto di attribuzione davanti alla Corte Costituzionale tra Parlamento e Consiglio Supremo di Difesa?Non mi pare ne ricorrano le precondizioni: il Consiglio è un organo istituzionale che ha competenze tecniche-esecutive, non di decisioni di governo.
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