sabato 17 novembre 2018
L'esponente Cinque stelle, sottosegretario agli Affari regionali: subito militari sui siti di stoccaggio, la Lega lasci perdere soluzioni del passato
Stefano Buffagni (Ansa)

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«Lanciamo un segnale forte di legalità nella Terra dei fuochi. Dove non servono certo altri inceneritori che sono antistorici». Stefano Buffagni, sottosegretario alla presidenza del Consiglio per gli Affari regionali e le Autonomie, uno degli uomini più vicini al vicepremier Luigi Di Maio, non concede spazi all’ultima polemica innescatasi con Matteo Salvini sui termovalorizzatori e difende l’impianto della manovra.

Lunedì il premier Conte e i ministri saranno a Caserta, nella Terra dei Fuochi. Un segno di attenzione o avete in programma di assumere decisioni operative?
Sarà certamente un segno di attenzione per l’ambiente e per quel territorio, ma vogliamo anche firmare un protocollo con misure concrete per un maggiore controllo contro i roghi e l’inquinamento, rafforzando sia il presidio degli impianti di stoccaggio con i militari, sia i controlli con le forze dell’ordine. Dobbiamo garantire la sicurezza e sviluppare le capacità investigative per prevenire l’illegalità.

A Napoli e in Campania, intanto, sta per scoppiare una nuova emergenza rifiuti. Come si risolve: con gli inceneritori in ogni provincia come ha detto il vicepremier Salvini?
Certamente no, sono antistorici. Ma questo lo sa anche Salvini, perché in Lombardia, nella passata legislatura, Lega e Movimento 5 stelle hanno votato assieme il progressivo smantellamento di alcuni impianti, ormai obsoleti e antieconomici. La strategia anche per la Campania è un’altra: accrescere la raccolta differenziata che fa drasticamente diminuire la porzione di rifiuti da bruciare, promuovere il riciclo dei materiali.

Lei è dottore commercialista e revisore dei conti, le sembra che i conti pubblici possano "quadrare" con la manovra che avete predisposto? Le entrate sono incerte, le uscite sovrabbondanti e le stime di crescita piuttosto azzardate…
Per noi quadrano. Ma siamo pronti a seguire l’andamento strutturale dei conti e ci siamo impegnati a considerare il 2,4% nel rapporto deficit/Pil come un tetto massimo. Il punto, però, è che, tanto più in una fase di stanca della crescita come questa, occorre una strategia espansiva e non possiamo, in Europa, continuare a discutere e a dividerci per qualche zero virgola percento di deficit, su impegni di contenimento presi da altri governi, senza cogliere invece i bisogni profondi delle nostre società. E mentre altri Paesi, come Cina e Stati Uniti, agiscono in tutt’altra direzione.

Eppure nelle audizioni non c’è un’autorità (Banca d’Italia, Ufficio per il bilancio…) che non abbia sottolineato i rischi di questa legge di bilancio. Sbagliano loro?
Anche in passato alcune previsioni delle istituzioni non si sono avverate. Saremo responsabili nel monitorare l’andamento dei conti pubblici, l’importante è cogliere lo spirito e la funzione di una manovra espansiva e non restrittiva. Per questo abbiamo cercato anche di dare attenzione alla famiglia e alla natalità, con misure come il potenziamento del bonus bebè e del congedo parentale. Più in generale vorremmo che il "fattore famiglia" guidasse i vari interventi, a cominciare dal Reddito di cittadinanza.

Sul Reddito di cittadinanza lei stesso si è detto preoccupato per le difficoltà organizzative e di controllo che comporta…
La misura è messa a bilancio, le risorse per avviarla ci sono. E questo è fondamentale. Ora discutiamo di come applicarla, di come farla funzionare al meglio. Certo che non è semplice e per questo siamo aperti al confronto e alla sinergia con tutti gli attori coinvolti: enti pubblici e privati…

Utilizzerete allora anche la rete di servizi nazionali e locali predisposta per il Reddito di inserimento?
Rispetto al Rei, il Reddito di cittadinanza pone un accento maggiore sulla formazione e l’accompagnamento al lavoro. Per questo siamo pronti alla collaborazione e al supporto anche degli operatori privati, sempre sotto le regole e la regia dell’ente pubblico. In tre mesi avvieremo la riforma dei centri per l’impiego e poi il miglioramento avverrà strada facendo e in continuo.

È ancora aperta la partita di molte nomine. A cominciare da quella di presidente della Consob. Si parla dell’economista Marcello Minenna, può confermare?
La Consob è un’Autorità indipendente di garanzia e dunque c’è un iter per la nomina che va rispettato. Detto questo, Minenna è un ottimo professionista che può fare bene in quel ruolo. Ma non bruciamo candidati validi.

Nel gruppo del Senato state procedendo verso l’espulsione dei dissidenti. Non c’è libertà di pensiero e azione politica nel Movimento 5 stelle?
Più aperti di noi alle diverse posizioni non c’è nessuno. Tutti possono far valere le proprie visioni nel nostro dibattito interno, ma la differenza è se ci si impegna per far emergere criticità e soluzioni alternative o se si va in cerca di risonanze mediatiche, se ci si vuole solo ritagliare un proprio spazio politico anziché agire nell’interesse delle persone che rappresentiamo. Ecco, questo ultimo comportamento in una comunità politica come il Movimento non è accettabile, lo lasciamo al Pd.

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