sabato 13 aprile 2013
Il leader Cisl vuole concordare una fermata del Paese. E a Pd e Pdl chiede di allearsi. (Francesco Riccardi)

IL PATTO Imprese-sindacati: insieme per salvarci (Diego Motta)
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«Spero che tutti insieme, noi sindacati e le imprese, possiamo concordare un atto simbolico, ma forte, per difendere il bene dell’Italia: il sistema produttivo». Il leader della Cisl Raffaele Bonanni conferma la nuova alleanza dei produttori e richiama i partiti alla responsabilità. «Serve un governo subito. La Seconda Repubblica e il bipolarismo sono morti. Ora serve che i nemici accettino la tregua e si alleino per dare un governo al Paese».Siete stati i primi a proporre un’alleanza con le imprese, adesso che cosa farete, scenderete in piazza con gli imprenditori?Penso a una fermata simbolica del Paese. Ma lo dobbiamo concordare tutti insieme. L’importante è che sia una testimonianza forte dell’alleanza tra produttori che hanno a cuore il bene dell’Italia: la produzione e il lavoro.Ma questo patto cos’è? Solo un’alleanza tattica vista la confusa situazione politica o la presa di coscienza definitiva che imprenditori e lavoratori sono dalla stessa parte e devono sempre collaborare?Una presa di coscienza che viene da lontano. È dall’inizio di questa difficile crisi che sindacati e imprese hanno maturato posizioni comuni e richieste unitarie alla politica. In questi anni abbiamo firmato contratti senza un’ora di sciopero, concordato misure sugli ammortizzatori sociali, trovato soluzioni condivise a difficili crisi aziendali.Anche in passato, come nel 1992-93, ci sono state fasi in cui le parti sociali hanno supplito a carenze della politica...Sì, ma con molta timidezza e sempre rimarcando la diversità dei ruoli. La novità di oggi, invece, sta nel fatto che si conduce una battaglia unitariamente tra imprenditori e sindacati perché ci si riconosce in un’unica identità quella della produzione, appunto. E poi, nel frattempo, è molto cambiata la situazione intorno a noi, con la crescita di due mostri che rischiano di mangiarsi il futuro di tutti noi: lo strapotere della finanza e l’irresponsabilità della politica che ha malgovernato i processi facendo crescere solo inefficienze e debito pubblico.E ora serve un governo subito, qualunque sia?Non entro nel merito degli schieramenti. Però un accordo è necessario. A Bersani chiesi un "governo a tutti i costi". Che vuol dire senza esclusioni, altrimenti la nostra situazione economica anziché sbloccarsi può solo precipitare.Invece oggi Pd e Pdl manifesteranno a Roma e a Bari. Vanno in piazza anziché governare...È incredibile. Altro che scendere in piazza, dovrebbero allearsi. Perfino i nemici capiscono che serve una tregua e oggi che rischia di mancare il terreno sotto i nostri piedi non c’è alternativa responsabile a un governo di alleanza. La Seconda Repubblica è morta e con essa quel bipolarismo infausto. Non lo dico io, l’hanno sancito gli elettori che hanno fatto nascere una situazione addirittura quadripolare. Pd e Pdl ne prendano finalmente atto e scelgano di conseguenza.Ma un governo di alleanza che cosa dovrebbe fare?Anzitutto ridurre il costo del lavoro, tagliando le imposte sulle imprese e sui lavoratori. Poi riformare la Pubblica amministrazione tagliando gli sprechi e riqualificando la spesa. Terzo colmare i ritardi nella dotazione di infrastrutture ed eliminare le disfunzioni di sistema.Ma se manca 1 miliardo per la cassa integrazione in deroga, come si fa a finanziare la riduzione delle imposte sul lavoro?Sul piano fiscale, la riduzione delle imposte sul lavoro si ripaga da sola, perché farebbe crescere le assunzioni, la produzione, i consumi e di conseguenza le imposte indirette. È la carta fondamentale da giocare per far ripartire l’economia, non ci sono alternative.
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