mercoledì 14 novembre 2012
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Dubbiosi e preoccupati per la decisione del Consiglio di Stato sul Regolamento del governo relativo all’Imu del non profit. Ieri mattina per la prima volta il Forum del terzo settore, del quale fanno parte anche enti laici e aconfessionali, ha espresso giustificati timori sulla vicenda con un comunicato prima della sentenza. Poi, ieri sera, alla fine di una brutta giornata, il portavoce Andrea Olivero ha espresso la delusione di un mondo importante per la società italiana.Cosa non va nella sentenza?Che il Consiglio rimandi il Governo alla Ue per la definizione di attività economiche. In questo modo rinunciamo a difendere la nostra tradizione di economia civile e rischiamo di affossare le attività di impresa sociale. Mi pare che, nel merito, la sentenza sconti un eccesso di prudenza per paura di sanzioni da Bruxelles e che nella sostanza si dimostri più realista del re. e ci sono contraddizioni evidenti.Quali?Penso ad esempio alle associazioni che svolgono attività economiche marginali come la raccolta fondi, che due leggi dello Stato non considerano attività economica vera e propria. Allora pagheranno l’Imu in base a cosa decide l’Ue? Poi penso alle società sportive che fanno pagare le rette agli iscritti come le realtà che gestiscono servizi sanitari, alle scuole...Come si definisce l’attività economica in questi casi?Abbiamo sempre guardato alla natura degli enti e alle finalità statutarie per cui operano. Se anche svolgono un’attività economica che genera profitti, ma questi vengono destinati a finalità sociali meritorie, soprattutto  servizi per le persone più fragili, non possono essere trattati come attività con esclusive finalità di lucro.  Occorre vigilare, ma sono realtà complesse. Scontiamo una carenza culturale, non ci siamo mai curati di spiegare in Europa come è nato e cresciuto il terzo settore italiano e come agisce. Ma buona parte della stampa italiana parla di Imu della Chiesa cattolica, non del terzo settore....Siamo stati infatti usati come grimaldello da alcuni organi di stampa e partiti che in funzione di una campagna anti ecclesiale stanno sacrificando tutto il terzo settore, portando avanti aggressioni continue sulla vicenda dell’Imu che danneggiano enti e cittadini.Facciamo un po’ di chiarezza, allora?La materia riguarda l’applicazione o meno dell’Imu agli enti non commerciali. Fra essi vi è la Chiesa, o meglio le tante attività svolte da organizzazioni religiose e che sono una parte del più vasto mondo composto da decine di migliaia di associazioni non profit. L’approssimazione su questa materia, che ha portato a mio avviso anche alla sentenza di ieri, rischiano in definitiva di pagarla i più deboli, perché si stanno colpendo realtà che gestiscono le mense, i dormitori, che assistono i disabili, che si prendono cura degli anziani, che svolgono attività di protezione civile e di difesa del patrimonio culturale. Ribadisco la mia posizione: se ci sono stati abusi vengano perseguiti e chi ha sbagliato paghi. Ma non ha senso affossare il terzo settore. Per quanto riguarda la Chiesa, faccio notare che la vicenda dell’Imu va comunque a scapito della comunitàIn che senso?Prendiamo ad esempio un immobile privato, magari parrocchiale, oggi con destinazione sociale e pubblica: rischia, se la parrocchia pagherà l’Imu, di diventare un costo insostenibile. Così magari verrà venduto a un altro privato e non so se conserverà la destinazione originale.Cosa farà il Forum?Chiederemo un nuovo incontro al governo che deve riscrivere il Regolamento. Nel frattempo chiediamo uno stop alla campagna contro il terzo settore.
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