giovedì 4 luglio 2013
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«Siamo arrivati al punto di rottura rispetto alla possibilità di garantire la continuità del servizio». È drastico e molto preoccupato, il commento del segretario nazionale della Fism, Luigi Morgano, alle notizie sul nuovo stop dei finanziamenti statali alle scuole paritarie, di cui le materne costituiscono la parte più consistente.Segretario, ci risiamo. Ogni anno c’è sempre un intoppo sulla strada dei finanziamenti: come se ne esce?Si stenta a crederci ma, purtroppo, è davvero così. I gestori delle scuole sono esasperati e non è possibile dar loro torto. In queste condizioni è molto difficile, se non addirittura impossibile, mandare avanti le strutture. Come se ne esce? Basterebbe che, in sede di approvazione della Finanziaria, si decidesse di assegnare e contestualmente erogare alle scuole i finanziamenti. Il problema sarebbe risolto e non dovremmo, tutti gli anni, fare i salti mortali per chiudere i bilanci. Non dimentichiamo che questi soldi, non ancora nella disponibilità degli istituti, sono già stati spesi per pagare gli stipendi del personale e far fronte ai costi di gestione in generale.Com’è, invece, la situazione?Molto complicata, direi. Pensi solo che i contributi statali alle scuole paritarie fanno riferimento a due diversi capitoli del bilancio del Ministero dell’Istruzione. A un capitolo fanno capo i 275 milioni bloccati da questo problema di compatibilità tra i sistemi in uso dal Miur e dal Ministero dell’Economia. Altri 223 milioni di euro sono invece assegnati da un decreto congiunto degli stessi ministeri, che deve ottenere il via libera della Conferenza Stato-Regioni. Il Miur a febbraio ha inviato la bozza del decreto all’Economia, che però non ha ancora risposto. Conclusione: anche questi soldi non possono essere assegnati alle scuole.Insomma, non si esce da questo corto circuito....Ma c’è di più. Sui 223 milioni, che sono assegnati alle Regioni che poi li riconoscono alle scuole, è stato effettuato un accantonamento di 80 milioni. Se le Regioni riusciranno a risparmiare sui costi della politica, potranno ritornare nella disponibilità delle scuole paritarie. Altrimenti dovranno essere utilizzati per pagare le spese dei politici. Tutto ciò è inaccettabile e mina alla radice la sopravvivenza delle nostre scuole e, di conseguenza, anche il carattere plurale del sistema nazionale di istruzione.Se dipendesse da lei, che cosa farebbe per cambiare questo stato di cose?Visto che la parola d’ordine del governo è “semplificare”, comincerei abolendo un po’ di burocrazia. Come Fism abbiamo calcolato che per ottenere i fondi, quando ci riescono, le scuole devono effettuare sedici diversi passaggi burocratici. Forse sono troppi.
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