lunedì 2 novembre 2020
Questa Pdl non rappresenta tutto il Pd. Via emiliano-romagnola per correggere il testo. "Errore la via solo culturale"
La Camera dei deputati

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Caro direttore,

il procedere verso l’approvazione del progetto di legge Zan contro l’omofobia, nella scarsa considerazione riservata alle voci dissonanti anche interne al Pd, mi costringe per onestà intellettuale e chiarezza politica a segnalare che quella proposta non mi rappresenta. Trovo infatti troppo pesanti e significative le scelte contenute esplicitamente o implicitamente nel testo per ritenerle accettabili nell’attuale formulazione. Credo che siano indispensabili profonde correzioni perché quella proposta possa rappresentarci tutti ed essere quindi votabile con serenità. In un lungo post che ho pubblicato sul mio sito il 16 luglio scorso ho già analizzato nel dettaglio le questioni più critiche, ma qui per brevità ne richiamo solo alcune.

Trovo sbagliata l’assunzione che sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere siano considerati come aspetti fra loro del tutto indipendenti e che possano assumere ogni connotazione in modo del tutto scorrelato dalla biologia (nell’attuale versione il sesso non è neppure precisamente definito, visto che "per sesso si intende il sesso biologico o anagrafico"). Non siamo obbligati a passare da una visione solo biologica a una solo culturale, quando sarebbe possibile e giusto considerare insieme entrambi gli aspetti. Per dirla con le parole di papa Francesco nell’enciclica Amoris laetitia, non si deve ignorare che «sesso biologico (sex) e ruolo sociale-culturale del sesso (gender), si possono distinguere, ma non separare».

Trovo sbagliato che tutto sia fondato solo sull’autodeterminazione, senza che sia mai previsto un riscontro oggettivo. Per questo è un problema affermare che «per identità di genere si intende l’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione». Per questo sono fondate le proteste di larga parte del mondo femminista, preoccupato che l’identità femminile possa essere ridefinita equiparando a donna anche ogni maschio biologico che si autopercepisca "donna". Ed è giusta la loro proposta di sostituire il più limpido termine di «identità transessuale» a «identità di genere». Come pure trovo del tutto appropriata la richiesta di togliere dalla legge l’aspetto della misoginia, perché le donne non sono una variante interna al mondo lgbt+. Invece qui si sta allargando anche alle persone con disabilità, aumentando ulteriormente la confusione.

Comunque sia, è un errore gravissimo inserire in questa legge premesse logiche che si prestano poi a essere usate come arma da scasso su questioni antropologicamente decisive. Se la biologia non ha alcun ruolo e se conta solo l’autodeterminazione, cosa impedirebbe, per esempio, di accettare come possibile la maternità surrogata? Spalancheremmo davvero le porte a un futuro distopico.

Nemmeno sul tema della "libertà di opinione", unico aspetto su cui si è concentrato il dibattito politico, sono state introdotte garanzie sostanziali, e anche con gli emendamenti introdotti la proposta di legge mantiene la propria ambiguità. Come pure sull’aspetto dell’educazione scolastica e dei minori.

Invece di affrontarne il merito, si parla di questo testa come se tutto si riducesse alla scelta se fare una legge contro le discriminazioni verso le persone lgbt+ oppure no. Quando invece sarebbe del tutto possibile difendere le persone lgbt+ da violenze e discriminazioni senza assumere necessariamente l’approccio ideologico rappresentato dai nodi che ho appena elencato.

La dimostrazione di questa possibilità è la legge regionale 15 approvata nel luglio 2019 dalla Regione Emilia-Romagna. Tutti i nodi elencati erano presenti nella formulazione iniziale anche della proposta di legge regionale. Ma il confronto e il lavoro comune ci hanno permesso di arrivare a una sintesi e a un voto in cui si è riconosciuto tutto il Pd e il centrosinistra. Perché in Parlamento questo percorso appare impossibile? Questa è la domanda chiave cui finora nessuno si è degnato di dare risposta.

Consigliere Regionale Pd dell’Emilia-Romagna

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