mercoledì 29 settembre 2010
L'aula della Camera ha confermato la fiducia al governo Berlusconi. A comunicare i risultati è stata la vicepresidente Rosy Bindi, informando che i presenti erano 620 e i votanti sono stati 617. La maggioranza richiesta era di 309. Senza i voti di Mpa e Fli l'esecutivo non avrebbe superato la soglia di 316 voti che garantisce la maggioranza assoluta.
COMMENTA E CONDIVIDI
L'aula della Camera ha votato stasera la fiducia al governo con 342 voti a favore, 275 contrari e tre astenuti. Lo ha detto la vicepresidente della Camera, Rosy Bindi, aggiungendo che i presenti erano 620 e i votanti sono stati 617. Senza i voti di Mpa e Fli il governo non avrebbe superato la soglia di 316 voti che garantisce la maggioranza assoluta.I no alla fiducia alla Camera sono stati complessivamente 275. Attesi quelli di Pd, Idv, Udc, Api, del repubblicano La Malfa, del liberale Guzzanti e di Nicco dell'Union valdotaine. Contro anche i Liberaldemocratici Melchiorre, Tanoni e Grassano, che in un primo momento erano stati indicati come possibili sostenitori del governo. Due voti in dissenso rispetto al gruppo anche nel Fli: Mirko Tremaglia e Fabio Granata hanno pronunciato il loro no durante la chiama.Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, aveva lasciato Montecitorio prima che venisse annunciato l'esito del voto di fiducia al governo. Il premier è rientrato nella sua residenza romana, a Palazzo Grazioli.LA REPLICA DI BERLUSCONI«Ho seguito con attenzione» il dibattito e «ringrazio tutti i deputati per il contributo costruttivo dato, di cui faremo certamente tesoro: ho ascoltato anche le critiche dell'opposizione che mi sembra siano state però ispirate dalla volontà  di negare sempre e comunque quanto è stato fatto dal nostro governo, persino di quanto è stato riconosciuto» da enti internazionali come il Fondo monetario internazionale. E' la premessa con la quale il premier Silvio Berlusconi, alle 16.30, ha iniziato la sua replica al dibattito seguito al suo discorso programmatico di questa mattina. «A differenza del passato per noi mantenere le promesse è un impegno morale. Tra le numerose critiche mi ha colpito quella sul finanziamento futuro sugli armonizzatori sociale, ovvero di un governo che promette senza mantenere la parola. È una critica infondata perché nel piano triennale è indicato come saranno finanziati gli ammortizzatori nei prossimi tre anni», ha aggiunto il premier. «Nonostante la forte tempesta economica abbiamo tenuto dritta la barra e messo in sicurezza i conti pubblici, abbiamo garantito la coesione sociale, il tutto senza mettere mani in tasca agli italiani».«È veramente paradossale che quando qualche parlamentare passi in un altro partito, questo sia eticamente valido e plausibile e quando invece qualche altro decide di votare questo governo si possa vendere tutto questo come calcio mercato. È inaccettabile e paradossale», afferma Berlusconi. «Il presidente del Consiglio - prosegue - si è permesso di telefonare solo a una parlamentare che partiva per la Russia. All'interno dell'Udc si è determinata una scissione di alcuni parlamentari che non si sono riconosciuti nella linea del partito e sono andati da un notaio a costituire un nuovo gruppo. Questi parlamentari, se daranno il loro voto - conclude - non avranno un premio né un posto da sottosegretari».Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha concluso la sua replica alla Camera ponendo la fiducia sul suo discorso programmatico. «Sono certo che nessuno nella maggioranza verrà meno all'impegno d'onore che hanno con gli elettori e che oggi confermeranno con la fiducia. Mi aspettavo e mi aspetto invee qualcosa di più dall'opposizione: partiti come l'Udc e il Pd hanno il dovere politico e morale di dare una risposta all'altezza della situazione attuale. Se non lo fanno, se si limitano solo agli slogan, ai tatticismi. Se prevale la tattica e non la responsabilità nazionale, verranno meno al compito di un'opposizione democratica. È necessaria una franchezza nell'interesse del Paese, avere o un sì o un no e pertanto a nome del governo che pongo la questione di fiducia», ha affermato il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, a Montecitorio, motivando la sua richiesta. Subito dopo sono iniziate le dichiarazioni di voto. Durissime le parole di Antonio Di Pietro, che per due volte è stato richiamato all'ordine dal  presidente della Camera Gianfranco Fini ha richiamato all'ordine. "Lei - ha detto Di Pietro - non è un presidente del Consiglio, ma uno stupratore della democrazia". Una frase subito ripresa da Fini che ha chiesto di utilizzare "un linguaggio consono a quest'Aula". Il presidente della Camera ha precisato che non è in discussione la libertà di parola ma che "non sono accette ingiurie". Subito dopo hanno preso la parola Pier Ferdinando Casini e Pierluigi Bersani. Casini ha detto che il governo si "prepara a tirare a campare". "Noi abbiamo assunto un impegno d'onore con gli elettori". E questo, spiega Casini "ci porta a confermare i 36 voti già espressi in precedenza e a dire no alla 37ma fiducia" al governo. Bersani, dal canto suo, ha accusato Berlusconi di "essere passato dal sogno alle favole, favole raccontate per 15 anni e disperse in mille bolle di sapone". Infine il capogruppo di Fli Italo Bocchino, insieme con il deputato dell'Mpa, Carmelo Lomonte, ha presentato a firma congiunta una delle quattro mozioni che saranno messe ai voti. «La Camera, ascoltate le dichiarazioni del presidente del Consiglio, le approva», si legge nella risoluzione, identica a quella firmata dal capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto e a quella della Lega, Marco Reguzzoni, a cui si è aggiunta successivamente quella presentata da Noi Sud.DIMISSIONI DI VIESPOLI«Mi sono dimesso da sottosegretario». Lo dice Pasquale Viespoli. Il senatore spiega che «per correttezza e per rispettare gli impegni e le scadenze, ho atteso la conclusione dell'iter del collegato lavoro». La sua nomina a capogruppo di Fli a Palazzo Madama è stata decisa in una riunione ieri sera. Viespoli ha accettato l'incarico e si è dimesso, come aveva già preannunciato, da sottosegretario al ministero del Lavoro. Il senatore Giuseppe Valditara è stato eletto vice presidente del gruppo; il senatore Giuseppe Menardi è il responsabile dell'amministrazione e del personale; il senatore Maurizio Saia è responsabile dei rapporti con l'Aula.I CINQUE PUNTI DEL PROGRAMMA: IL DISCORSO DI BERLUSCONI ALLA CAMERA«Oggi voglio rivolgermi a tutto il Parlamento, in particolare a tutti i moderati e i riformatori: è un invito anche alle forze più responsabili dell'opposizione affiché valutino  il nostro programma senza pregiudizi». È con questo appello che il premier Silvio Berlusconi ha concluso il suo atteso intervento alla Camera dopo aver illustrato il programma in cinque punti con cui vuole arrivare alla fine della legislatura. «Non possiamo rischiare un periodo di instabilità, serve uno sforzo comune perché questo non accada», dice il premier.Il programma presentato alla Camera prevede un'accelerazione sulla giustizia, con la separazione delle carriere, un rilancio della riforma istituzionale per dare più poteri all'esecutivo, la promessa di interventi strutturali per il Sud, una graduale diminuzione delle tasse. Poi alcuni temi di interesse per i centristi: quoziente familiare, impegno sulla bioetica, libertà di educazione. Il punto di partenza è che il governo "non ha alternative", perché "il risultato delle elezioni non può essere alterato con decisioni e logiche estranee". Dunque no a governissimi o similari. Ma nemmeno  sono possibili "compromessi al ribasso". "Ciascuno deve fare la sua parte, con senso di responsabilità e praticando il rispetto dell'avversario al posto della faziosità", dice il premier.Berlusconi parla stando attento a non polemizzare  troppo con i finiani,  ma senza nemmeno dare loro il riconoscimento formale di "terza gamba della maggioranza". Il Cavaliere si chiede perché sia nato il gruppo di Futuro e Libertà, visto che il governo «ha lavorato sodo raggiungendo risultati positivi»; dice allora di aver provato "amarezza" per le "critiche aprioristiche" che sono venute negli ultimi mesi. Ma riconosce che sui punti non previsti dal programma elettorale  "è necessario e legittimo discutere all'interno della maggioranza". La sua amarezza, spiega, nasce dal fatto di aver sempre voluto "unire  i moderati in una grande forza politica". Quello che implicitamente rimprovera a Fini è proprio l'aver messo in crisi questo progetto. Tuttavia, avverte, "i passi indietro di questi mesi non hanno intaccato la validità del progetto".La prima parte del suo intervento è dedicata a un resoconto dell'attività di governo.  Poi, arrivano i 5 punti.FEDERALISMOIl federalismo fiscale, dice Berlusconi "non prevede una divaricazione tra Nord e Sud, anzi sarà una cerniera per il paese" Il federalismo "non comporta maggiori spese né un maggior aggravio della pressione fiscale complessiva". Il presidente del Consiglio ha aggiunto che il federalismo fiscale, sarà ispirato al principio di sussidiarietà, sarà un vantaggio per il Sud e non comporterà maggiori costi per lo Stato.FISCOBerlusconi promette che "entro la fine della legislatura" il governo varerà "norme  per una graduale riduzione del carico fiscale  sulle famiglie, il lavoro e la ricerca" . Resta poi "fondamentale", dice ancora il premier, l'obiettivo del quoziente familiare specie per le famiglie monoreddito. Il premier parla anche di misure di "sostegno alla libertà di educazione".GIUSTIZIA"La riforma della giustizia è una priorità per il paese", sostiene il presidente del consiglio.  E promette quindi "una riforma complessiva  che renda affettiva la partità di accusa e difesa".  Sarà necessario anche "un intervento sulla struttura del Csm con una riforma costituzionale che preveda due organi, uno per la magistratura inquirente, l'altro per la magistratura giudicante, con conseguente rafforzamento della separazione delle carriere". Altra misura promessa da magistratura un giro di vite sulla "responsabilità  dei magistrati che sbagliano". L'eccessiva durata dei procesi è "una piaga". Il governo presenterà un piano straordinario per lo smaltimento delle cause civili pendenti. Berlusconi richiama anche il lodo Alfano costituzionale, che è all'esame del Parlamento. Conclusione programmatica: " dobbiamo ristabilire il primato della politica sulla giustizia".SICUREZZABerlusconi conferma l'impegno nella lotta alla criminalità e nel contrasto all'immigrazione clandestina. Gli sbarchi sono diminuiti dell'88per cento: erano 29mila nel 2008-2009 , sono diventati 3500 nell'ultimo anno. MEZZOGIORNOBerlusconi promette un grande impegno per il Sud. Nel 2013, dice, sarà completata la Salerno - Reggio Calabria (l'opposizione non ci crede e  lo sommerge di grida). Entro dicembre sarà completato il progetto del Ponte sullo stretto "che i governi di sinistra avevano ritirato in cinque minuti". In arrivo anche un miglioramento del sistema ferroviario del Mezzogiorno "con l'acquisto di nuovi treni tutti da immettere al Sud".Fuori dai cinque punti, il rilancio sulle riforme istituzionali: "Bisogna rafforzare il potere dell'esecutivo, superare il bicameralismo perfetto, ridurre il numero dei parlamentari. Su questo c'è la possibilità che si possa arrivare all'approvazione delle riforme entro la fine della legislatura".L'AGENDA BIOETICA«La centralità della persona e la difesa dei valori della vita rappresentano un fondamentale asse di orientamento dell'azione di governo e crediamo che sia arrivato momento» per lavorare alla «attuazione dell'agenda bioetica e della vita, perché non c'è mai un vero sviluppo economico senza sviluppo demografico».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: