giovedì 22 luglio 2010
Il primo, passato con il sì di parte dell'opposizione, consente ai giornali di pubblicare il contenuto delle intercettazioni dopo l'"udienza filtro"; il secondo limita la responsabilità degli editori rispetto al testo attuale.
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La Commissione Giustizia della Camera ha approvato oggi due modifiche al disegno di legge sulle intercettazioni, con il sì di parte dell'opposizione, che cancellano dal testo votato al Senato importanti limitazioni e sanzioni previste per i media. La commissione ha approvato l'emendamento del governo che rende possibile divulgare nei mezzi d'informazione il contenuto delle intercettazioni rilevanti per le inchieste e un subemendamento della presidente della commissione, la finiana Giulia Bongiorno, che cancella le sanzioni previste per gli editori nel caso in cui i loro media pubblichino quelle intercettazioni.Il primo emendamento è passato con il voto favorevole di Pd e Udc che ieri in commissione erano riusciti a far passare una loro proposta che completava la norma. Contraria l'Idv di Antonio Di Pietro, che ha detto di non volere «accettare compromessi su una legge sbagliata». Secondo il nuovo testo, quindi, i media potranno pubblicare le intercettazioni agli atti di un'inchiesta al più tardi dopo la cosiddetta "udienza-filtro", quando, scaduto il termine legale per intercettare, il pm decide con il giudice e gli avvocati degli indagati quali ascolti sono rilevanti per l'indagine e quali no. Questa udienza dovrà tenersi al più tardi entro 45 giorni la richiesta del pm, come proposto da Udc e Pd.In mattinata la commissione ha approvato la proposta di modifica di Bongiorno, che è il consigliere giuridico del presidente della Camera Gianfranco Fini, a capo della minoranza del Pdl. «Il mio subemendamento approvato oggi limita la responsabilità degli editori rispetto al testo attuale. La esclude per tutte le ipotesi in cui siano pubblicate intercettazioni rilevanti per le inchieste, anche se ancora coperte dal segreto. In pratica resta il regime previsto dalla legge vigente», ha detto Bongiorno ai giornalisti. Le sanzioni per gli editori rimarranno per la pubblicazione, che rimane vietata, degli ascolti ritenuti irrilevanti per l'inchiesta e di quelli di cui sia stata ordinata la distruzione, ha proseguito.La commissione prosegue ora nell'esame degli altri emendamenti e dovrà portare in aula il testo del ddl, eventualmente integrato da altri cambiamenti, giovedì 29 luglio, per la discussione generale e la votazione finale. Non è ancora chiaro se Montecitorio riuscirà a votare il ddl prima della pausa estiva, anche se il presidente Gianfranco Fini ha detto che i deputati saranno chiamati a lavorare anche nella prima settimana di agosto.Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano -- che con l'emendamento sui media ha sciolto le riserve della minoranza finana del partito e superato alcune delle critiche del Quirinale -- ha detto di volere il sì della Camera prima delle vacanze agostane, anche se il premier Silvio Berlusconi si è detto deluso per il compromesso raggiunto perché così non si tutelerebbe adeguatamente la privacy dei cittadini.
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