mercoledì 15 maggio 2013
​Un terzo è stato già annunciato da Enrico Costa, capogruppo Pdl in commissione Giustizia. «In una situazione politica così delicata - spiega il presidente della commissione Giustizia di Montecitorio Donatella Ferranti, del Pd - non credo sia un tema che possa rientrare tra le priorità».
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​In Parlamento rischia di riaprirsi il fronte caldo delle intercettazioni. Il Pdl ha presentato alle Camere due progetti di legge: uno a Montecitorio, a firma Maurizio Bianconi, e uno al Senato di Domenico Scilipoti. E un terzo è già stato annunciato da Enrico Costa, capogruppo in commissione Giustizia. ''In una situazione politica così delicata - spiega il presidente della commissione Giustizia di Montecitorio Donatella Ferranti, Pd - non credo sia un tema che possa rientrare tra le priorità per venire inserito in tempi rapidi all'ordine del giorno''. Ma è anche vero che Costa ha chiesto oggi una corsia preferenziale per i provvedimenti che erano già stati approvati da un ramo del Parlamento nella precedente legislatura. Il Pdl, infatti, rispolvera il ddl Alfano per rilanciare la sua battaglia sulle intercettazioni. Enrico Costa ha depositato la scorsa settimana una proposta di legge che riprende per intero il cosiddetto testo Alfano contro l'abuso delle intercettazioni telefoniche. Costa esclude che ci sia un "legame politico" con la richiesta per l'autorizzazione all'ascolto di conversazioni telefoniche di Verdini, Cosentino e Dell'Utri arrivata oggi alla Giunta per le autorizzazioni della Camera: "La mia proposta non ha nulla a che fare con questa richiesta arrivata in Giunta. La proposta riprende pari pari il testo presentato nella scorsa legislatura dal governo Berlusconi ed è stata depositata la settimana scorsa". "Ho semplicemente riproposto - spiega Costa - i testi delle più significative proposte legge presentate dal Pdl nella scorsa legislatura. Tra queste c'è il testo Alfano sulle intercettazioni e il provvedimento sulla messa alla prova e la detenzione domiciliare".E il tema delle intercettazioni rientrerebbe in questa 'categoria'. "Non c'é nessuna indicazione in questo senso da parte del partito - osserva l'ex sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, ora senatore Pdl - e poi il testo che era stato approvato in un ramo del Parlamento può essere considerato superato da altri accordi raggiunti in seguito in materia". Ma a far pensare che il fronte intercettazioni possa riaprirsi da un momento all'altro, c'è "l'aggancio" con il testo dei 'saggi' nominati da Napolitano. Nella relazione dei cosiddetti 'facilitatori', infatti, si parla della necessità di ridurre l'uso delle intercettazioni che devono essere uno strumento di "ricerca della prova" e non del "reato". Ma insomma almeno al Senato, si chiede al presidente della commissione Giustizia Francesco Nitto Palma (Pdl), c'è il rischio che se ne possa parlare? "Se i capigruppo mi chiedono di calendarizzare il testo Scilipoti (che ancora non risulta assegnato) o qualsiasi altro provvedimento in materia, io lo metto all'ordine del giorno". "Del resto - prosegue Nitto Palma - lo stesso Napolitano ha parlato più volte della necessità di riformare il sistema delle intercettazioni. Dunque, perché non farlo?". "Io comunque - prova a gettare acqua sul fuoco Costa - ho ripresentato in questa legislatura tutti i testi che avevo già proposto in quella precedente. E' un fatto di routine, non c'è alcuna indicazione del partito in questo senso". Ma anche Caliendo non ha difficoltà ad ammettere: "Se i provvedimenti ci sono e vengono assegnati in commissione possono diventare una base di partenza per riprendere il discorso...".
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