giovedì 9 marzo 2017
Presentato al Senato un emendamento al ddl di riforma del codice penale. Finocchiaro: le tariffe saranno ridefinite con decreto ministeriale in base al costo medio del bennio precedente
Intercettazioni, governo prevede tagli per 80 milioni
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Risparmi di spesa per 80 milioni sulle prestazioni rese dagli operatori di telefonia per le intercettazioni eseguite su disposizione dell'autorità giudiziaria. E' quanto prevede un emendamento al ddl di riforma penale, depositato ieri dal governo al Senato e presentato oggi in Aula dalla ministra per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro. La proposta di modifica interviene, ha
spiegato Finocchiaro, «sull'attuale disciplina delle spese relative alle prestazioni obbligatorie rese dagli operatori di comunicazione e le prestazioni funzionali alle operazioni di intercettazione». I risparmi attesi, ha quantificato Finocchiaro, sono di 10 milioni per il 2017, 20 per il 2018 e 50 per il 2019. La «valutazione» della proposta di modifica, ha precisato Finocchiaro, «si affida alla
commissione giustizia».

Risparmi del 50%. L'obiettivo di risparmio è «pari almeno al 50% rispetto alle tariffe del vigente listino», quantifica Finocchiaro per chiarire il contenuto dell'emendamento presentato. Si prevede inoltre la «tipizzazione» delle prestazioni funzionali alle operazioni di intercettazioni per «ridefinire correttamente le corrispondenti tariffe attraverso appositi decreti ministeriali». E si interviene sulla disciplina in materia di liquidazione delle spese di giustizia per «razionalizzare e ottimizzare la relativa gestione da parte degli
uffici giudiziari».Infine si prevede la «tipizzazione» delle prestazioni funzionali alle operazioni di intercettazione, allo scopo di «ridefinire le corrispondenti tariffe a mezzo di un apposito decreto ministeriale che dovrà rideterminarle per ogni tipo di
prestazione in misura non superiore al costo medio di ciascuna come rilevato per il biennio precedente all'esito del
monitoraggio effettuato dal ministero della Giustizia».

«Emandamanto aggiuntivo». Per effetto dell'emendamento il ddl di riforma del codice penale torna in commissione Giustizia, come ha annunciato in Aula dal presidente Pietro Grasso. La commissione, ha detto Grasso, esaminerà il testo entro martedì 14. Il provvedimento tornerà in Aula nello stesso pomeriggio di martedì, quando il governo con ogni probabilità chiederà il voto di fiducia, che potrebbe concludersi mercoledì mattina. Alle critiche delle opposizioni, in particolare di Forza Italia, Grasso ha risposto che si tratta di «un emendamento aggiuntivo, che introduce il tariffario delle intercettazioni telefoniche, e non un emendamento all'articolo. Non modifica nessuna disposizione esistente. È quindi giustificato il ritorno in commissione».

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