giovedì 18 maggio 2017
Il vescovo cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze, ne ha parlato in una lezione nella sede romana dell'Università Cattolica. Ma ci sono anche forti potenzialità
monsignor Sanchez Sorondo

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Intelligenza artificiale e robot? Utili, ma a patto di conoscerne bene potenzialità e pericoli. Tra i primi “per la risoluzione di molti problemi e attività sociali”. Tra i rischi, invece, soprattutto la “sfida al ruolo che l'uomo occupa all'interno della società”. A esprimersi in questi termini è stato il vescovo Marcelo Sànchez Sorondo, Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze, che giovedì 18 maggio, nella sede di Roma dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha tenuto una speciale lezione agli studenti della Facoltà di Economia sulle prospettive della tecnoscienza e il suo rapporto con lo sviluppo della persona e della società. Ha introdotto i lavori Domenico Bodega, Preside della Facoltà di Economia, alla presenza del vescovo Claudio Giuliodori, Assistente Ecclesiastico Generale dell’Università Cattolica.

I progressi scientifici e lo studio del cervello, ha ricordato il relatore, “ci ha portato a fabbricare ‘copie’ del cervello che sono i robot. Ma essi non potranno mai copiare l'intelligenza umana, la sua libertà e volontà”. Infatti, ha ricordato, “ciò che ci rende umani non è solo il cervello, c'è qualcosa che trascende il limite della materia: soprattutto è il potere decisionale. La nostra attività non è solo basata sulla conoscenza, ma sulla libertà di decidere, cioè l'ethos, legato all'agire e alla volontà”. L'Intelligenza artificiale è dunque “ancora lontana da ciò che ci rende umani, ma offre dei benefici‎ ed è un prodotto dell'essere umano, perciò deve essere posto al suo servizio”.


E qui si apre il discorso sui benefici. Secondo Sànchez Sorondo, “utilizzata come uno strumento, l'Intelligenza artificiale può aiutare a progredire ogni ambito della scienza e della società. Può aiutarci a superare i nostri limiti cognitivi, sviluppare le conoscenze mediche, apportare un radicale cambiamento nell'ambito dell'istruzione”.

Quanto ai pericoli, invece, “essa rappresenterà presto – ha notato il vescovo - un problema notevole per l'economia e per la stabilità della società, con riflessi sul sistema del lavoro. Ecco perché, è stata la sua raccomandazione conclusiva, è bene sviluppare anche in questo ambito una riflessione etica. “L’ethos non è conoscenza, né tecnologia, ma è necessaria per tutto. E la sua assenza ci porta a un uso smodato del pianeta”. Analogamente occorrerà “distinguere bene la persona umana dalle macchine” per un uso della tecnologia davvero a servizio dell’uomo.


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