lunedì 15 luglio 2013
Per il Carroccio contro Calderoli si è costruito un caso mediatico solo per «distogliere l'attenzione» dal caso kazako. Cadono nel vuoto le parole di Letta che, nel pomeriggio, aveva invitato Maroni a intervenire. Per il premier le frasi del leghista Calderoli sono «una vergogna che fa male all'Italia»  .
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Contro Calderoli si è costruito un caso mediatico soltanto per «distogliere l'attenzione» dal caso Kazakistan. Ne sono convinti i vertici della Lega Nord che chiariscono questa loro posizione in un comunicato rilasciato al termine della segreteria politica del partito che si è riunita nel pomeriggio in via Bellerio per affrontare, tra l'altro anche il caso Calderoli.«La segreteria politica federale - si legge nel comunicato - ha considerato che l'enfasi mediatica attribuita alla vicenda delle dichiarazioni del senatore Calderoli ha avuto l'effetto di distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica dalla vicenda incredibile e scandalosa della deportazione della piccola Adua in Kazakistan con una palese violazione dei suoi diritti civili».  Di qui la decisione della segreteria poltiica del Carroccio «di dare mandato ai propri capigruppo e ai propri gruppi parlamentari di attivarsi per ilncalzare il governo su questa vicenda affinchè si accertino le responsabilità politiche evitando la ricerca di facili capri espiatori tra i funzionari del ministero dell'Interno».Il segretario della Lega Nord, Roberto Maroni, ha poi commentato la vicenda sulla propria pagina Facebook: «Calderoli ha sbagliato, ha riconosciuto l'errore e si è scusato, sia pubblicamente che personalmente con la ministra Kyenge. Ora però basta alimentare polemiche e strumentalizzazioni, utili forse a coprire il rumore di altre questioni che vedono il Governo direttamente coinvolto»

Cadono dunque nel vuoto le parole del premier Enrico Letta che, oggi pomeriggio, aveva chiesto al segretario del Carroccio di chiudere «rapidissimamente questa brutta pagina, se no si entrerà in una logica di scontro totale che non serve nè a lui nè al paese». Le frasi di Calderoli, aveva sottolineato Letta, «sono una vergogna che fa male all'Italia».L'EPISODIO: CALDEROLI OFFENDE LA KYENGERoberto Calderoli, vice presidente del Senato ed esponente di primo piano della Lega Nord finisce nella bufera per gli insulti lanciati domenica durante un comizio nel Bergamasco contro il ministro dell'Integrazione Cecyle Kyenge: «Quando vedo le sue immagini non posso non pensare alle sembianze di un orango», è l'insulto dell'ex ministro. Un paragone pesante che ha scatenato lo sdegno bipartisan delle forze politiche e quello dei vertici delle Istituzioni. Una polemica che ha tenuto banco tutta la domenica e che il senatore ha provato a chiudere nella serata di ieri con una una telefonata alla Kyenge per scusarsi. Telefonata che è servita almeno per placare gli strali di Roberto Maroni che in serata ha spiegato che Calderoli "ha sbagliato ma si è scusato". Poi in serata la Kyenge conferma la telefonata e le scuse accettate, ma precisa: "il nodo istituzionale resta: ciascuno deve tener presente sempre la carica che riveste".LE REAZIONILa prima a replicare domenica mattina era stata proprio il ministro vittima delle invettive di Calderoli: «Le parole di Calderoli non le prendo come un'offesa personale, ma mi rattristano per l'immagine che diamo dell'Italia». Contro le offese alla Kyenge si è scagliato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che fa trasparire tutta la sua «indignazione» per gli insulti al ministro dell'Integrazione. Il Capo dello Stato cita oltre agli insulti alla Kyenge anche le minacce arrivate via facebook a Mara Carfagna e l'incendio che ha devastato il liceo Socrate per evidenziare tutta la sua preoccupazione per il clima di odio e l'imbarbarimento civile che ha dominato in questi ultimi due giorni.Le parole di Napolitano hanno poi innescato una polemica nella polemica. A scatenarla il vice-segretario della Lega, Matteo Salvini che sulla sua pagina Facebook scrive: «Io mi indigno con chi si indigna. Napolitano, taci che è meglio».  All'esponente leghista replica però l'ex governatore della Lombardia, Roberto Formigoni: «Quando si dice: di male in peggio Dopo gli insulti di Calderoli a Kyenge, ecco la villania di Salvini a Napolitano. La Lega si dia una calmata» A difendere il suo ministro ci pensa anche il premier Enrico Letta che bolla come «inaccettabili e oltre ogni limite» le parole del senatore leghista. Uguale sdegno arriva dai vertici di Camera e Senato. Pietro Grasso invita Calderoli a «scusarsi» per «offese che non hanno giustificazioni», mentre il presidente della Camera Laura Boldrini fa sapere di aver telefonato al ministro per esprimerle la sua solidarietà di fronte a «parole indegne». Solidarietà «a nome del governo e del Pdl» arriva anche dal ministro dell'Interno Angelino Alfanomentre il segretario del Pd Guglielmo Epifani invita il vicepresidente del Senato a dimettersi dall'incarico.IMBARAZZO NELLA LEGA NORDLe parole di Calderoli generano imbarazzo nella Lega Nord. Il segretario e governatore lombardo Roberto Maroni sceglie il silenzio lasciando che a commentare siano Roberto Cota e Matteo Salvini, entrambi convinti che quella di Calderoli sia solo «una battuta». Ed è lo stesso ex ministro a tentare di difendersi dalle accuse: «Ho fatto una battuta magari infelice -  è la spiegazione - se la Kyenge si è offesa chiedo scusa, ma la mie parole erano inserite in un discorso più articolato di critica alla politica del ministro». Calderoli fa sapere di aver invitato il ministro alla Berghem fest e fornisce una personale spiegazione del polverone sollevato per le sue dichiarazioni: «Non vorrei - dice - che si chiedano le mie dimissioni per evitare di parlare di possibili dimissioni di qualche ministro per la vicenda Ablyazov».Nonostante il senatore lumbard cerchi di correggere il tiro, le accuse non si placano. Oltre a tutti i ministri che fanno quadrato intorno alla Kyenge, il Partito Democratico va alla carica chiedendo come Scelta Civica, le dimissioni dalla vice presidenza di palazzo Madama: «Quanto detto da Calderoli lascia senza parole e non dovrebbe nemmeno essere pensato - accusa Guglielmo Epifani - detto dal vice presidente del Senato, apre un problema che andrà opportunamente affrontato». Dello stesso avviso anche il capogruppo democrat al Senato Luigi Zanda: «Gli insulti di Calderoni sono incompatibili con il suo ruolo»

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