martedì 10 dicembre 2019
Dopo 15 anni il Parlamento ha messo finalmente a tema il concorso per l’immissione in ruolo di nuovi docenti
Insegnanti di religione cattolica, due proposte all'esame dell'Aula

Ansa

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Dopo quindici anni (e dieci ministri della Pubblica Istruzione) il Parlamento mette a tema il concorso per l’immissione in ruolo dei docenti dell’insegnamento della religione cattolica a scuola. Un risveglio dopo tanto torpore che di fatto da tempo disattende quanto previsto dalla legge 186 del 2003 e cioè il bando di un concorso ordinario ogni tre anni.

Peccato che dall’unico concorso celebrato nel 2004, non ne siano mai stati banditi altri: sulla carta, dunque, ne sono 'saltati' cinque. In queste settimane, invece, il tema non solo è tornato a fare capolino nel dibattito parlamentare durante la discussione sul decreto salvaprecari, ma ha visto la Commissione Istruzione della Camera prendere anche una decisione, con l’approvazione di un emendamento.

E il dibattito si è presto spostato anche nello stesso mondo della scuola, in particolare tra i docenti di religione con espressioni sia di sostegno sia di critica, a tratti anche molto pesante. Il tutto, comunque, segno di una aspettativa che deve trovare una risposta. L’emendamento approvato alla Camera - e ora all’esame al Senato - è stato presentato dal deputato di Italia Viva, Gabriele Toccafondi. «Mi ha spinto a questo passo la consapevolezza che è necessario intervenire per docenti che spesso diventano persone importanti per i ragazzi, come spesso accade ai docenti di religione – spiega il parlamentare della maggioranza –. La nostra idea iniziale era quella di dare vita a due concorsi: uno ordinario e l’altro straordinario riservato a docenti che abbiano almeno tre anni di servizio, come avviene anche per altre materie, ma purtroppo non è stato possibile. Ne è uscito un testo di compromesso, con un concorso ordinario che riservi almeno il 50% dei posti messi a concorso riservati a coloro che abbiano almeno tre anni di servizio. Mi rendo conto che non è il testo perfetto, che avremmo voluto, ma credo che sia una prima risposta a un tema dimenticato».

Comunque il parlamentare di Italia Viva non esclude che nel passaggio al Senato, Iv e Pd ripresentino l’emendamento per un doppio concorso, consapevoli che una parte della maggioranza (il Movimento 5 stelle) non sembra intenzionata a concedere più di quanto già fatto. Al Senato promette battaglia il senatore leghista e presidente della Commissione Istruzione di Palazzo Madama, Mario Pittoni, che riproporrà a sua volta l’emendamento presentato dal gruppo del Carroccio alla Camera sul tema del concorso per i docenti di religione.

L’emendamento leghista propone il doppio concorso con una quota del 50% riservata ai docenti con idoneità diocesana e almeno tre anni di servizio. In concorso straordinario riservato, secondo l’ipotesi illustrata dal senatore Pittoni, è basato «sui titoli in possesso e la valutazione in un’apposita prova orale di natura didattico metodologica ». Inoltre «le graduatorie di merito del concorso riservato (...) conservano la loro validità non essere stati banditi ulteriori concorsi (...) fino al loro esaurimento ». Inoltre ai docenti in questa graduatoria, prevede l’emendamento leghista bocciato alla Camera, «è assegnato ogni anno il 50% dei posti vacanti e disponibili in ciascuna regione.

Il restante 50% dei posti è attribuito ai vincitori dei concorsi banditi successivamente ». Insomma, come ha spiegato più volte in questi giorni il senatore Pittoni «questo emendamento eviterebbe di sferrare un duro colpo alle aspettative dei vincitori e idonei del concorso 2004 che non sono ancora entrati in ruolo» ed eviterebbero, secondo i sostenitori del testo leghista, di vedersi sorpassare da altri aspiranti docenti, dopo tanti anni di servizio in cattedra.

Osservazione, quest’ultima, a cui il deputato Toccafondi ha voluto rispondere con la presentazione di ordine del giorno, approvato dall’aula di Mon-tecitorio, impegna il governo «a farsi promotore» sia del «procedere con lo scorrimento delle graduatorie del 2004», «valutare adeguatamente nei titoli del bando di concorso l’anzianità di servizio, attribuendo ad essa un punteggio significativamente superiore a tutti gli altri titoli», e «valutare nei titoli del bando di concorso la condizione di essere risultati idonei nel concorso del 2004».

La questione è ora nel campo del Senato e proprio nella commissione VII presieduta da Pittoni, che ieri ha iniziato le audizioni delle parti in causa (in particolare i sindacati e le associazioni, anche dei docenti di religione). Al di là delle posizioni in campo, la speranza è che arrivi a una risposta concreta ad un’attesa lunga 15 anni da gran parte dei 24mila docenti Irc.

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