mercoledì 16 marzo 2016
L’inquinamento fa strage 12,6 milioni di morti. Il prezzo maggiore lo pagano i Paesi più poveri, i bambini e gli anziani: 1,7 milioni di bimbi sotto i 5 anni e 4,9 milioni di adulti tra i 50 e i 75 anni perdono la vita per cause che potrebbero essere evitate.
L’inquinamento fa strage: 12,6 milioni di morti
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L’inquinamento uccide ogni anno nel mondo 12,6 milioni di persone, un quarto del totale dei morti. Il prezzo più alto lo pagano i Paesi più poveri, i bambini e gli anziani: 1,7 milioni di bimbi sotto i cinque anni e 4,9 milioni di adulti tra i 50 e i 75 anni perdono la vita per cause che potrebbero essere evitate grazie ad una migliore gestione dell’ambiente. A lanciare l’allarme è l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) nella seconda edizione del rapporto "Preventing disease through healthy environments" che arriva a dieci anni di distanza dalla prima edizione ed evidenzia che i fattori di rischio ambientale come l’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo, ma anche l’esposizione a sostanze chimiche, i cambiamenti climatici e le radiazioni ultraviolette contribuiscono all’insorgenza di più di 100 malattie e danni alla salute. «Un ambiente sano è alla base di una popolazione sana», sottolinea Flavia Bustreo, vice direttore generale dell’Oms per la Salute della famiglia, delle donne e dei bambini, che lancia l’allarme: «Se i Paesi non intraprendono al più presto azioni volte a ridurre l’inquinamento e migliorare le condizioni dell’ambiente in cui si vive e si lavora, in milioni continueranno ad ammalarsi e a morire prematuramente».Tra le malattie sulle quali l’inquinamento gioca un ruolo negativo l’ictus ha il primato delle vittime, con 2,5 milioni di morti ogni anno, seguito da cardiopatie ischemiche (2,3 milioni), lesioni involontarie come ad esempio morti per incidenti stradali (1,7 milioni), tumori (1,7 milioni) e malattie respiratorie croniche (1,4 milioni). Vengono poi le malattie diarroiche (846mila morti), infezioni delle vie respiratorie (567mila), condizioni neonatali (270mila), malaria (259mila), e le lesioni volontarie come i suicidi (246mila).Nella parte povera del mondo, dove cucinare con legna e carbonella ammorba i polmoni e la mancanza d’accesso all’acqua favorisce le malattie diarroiche, il bilancio è più severo: 3,8 milioni di morti all’anno nel Sudest asiatico, 3,5 milioni nel Pacifico occidentale, 2,2 milioni in Africa. Ma si muore di inquinamento anche nei paesi "ricchi". Così abbiamo 1,4 milioni di morti in Europa, 847mila nella Americhe, 845mila nella Regione mediterranea dell’Est.Il nuovo rapporto dell’Oms indica anche le strategie per migliorare l’ambiente e per prevenire le malattie legate all’inquinamento. Così l’uso di tecnologie e combustibili puliti per le attività di tipo domestico come cucinare o per il riscaldamento e l’illuminazione della case, permetterebbe di ridurre le infezioni respiratorie acute, le malattie respiratorie croniche, le malattie cardiovascolari. Ma, scrive l’Oms, anche «il miglioramento della circolazione urbana e una buona pianificazione dell’assetto urbano abbinati alla costruzione di abitazioni dotate di un efficiente sistema energetico, ridurrebbe le malattie connesse all’inquinamento dell’aria». Proprio per questo l’Oms è impegnata a lavorare con i paesi per lo sviluppo di politiche mirate a ridurre soprattutto l’inquinamento dell’aria e durante la prossima assemblea mondiale a maggio, presenterà una road map per ridurre gli effetti negativi dell’inquinamento sulla salute.
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