venerdì 3 maggio 2019
I numeri, al 30 aprile, confermano in testa nelle richieste la Campania, seguita dalla Sicilia e Lazio. Chiudono la classifica Trentino e Valle d'Aosta. Di Maio: così si rimette in moto economia
Oltre un milione di domande per il reddito di cittadinanza
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Superata la barriera del milione. Sono infatti 1.016.977 le domande per il reddito di cittadinanza presentate al 30 aprile scorso, secondo i dati che ha reso noto l'Inps in una nota da cui emerge che in testa si conferma la Campania con oltre 172 mila richieste, seguita dalla Sicilia con oltre 161 mila domande. Subito dopo, con circa 90 mila domande ciascuna si piazzano Lazio (93.048), Lombardia (90.296) e Puglia (90.008). Chiudono la classifica Friuli Venezia Giulia e Basilicata con circa 12mila richieste e ancora più in fondo il Trentino Alto Adige (3.695) e Val d'Aosta (1.333).

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Numeri che, come era prevedibile, hanno subito scatenato reazioni da parte della politica. «Sono passati appena 2 mesi dall'avvio di questa importante misura e, in linea con quanto avevamo previsto, questo importante strumento funziona dato che ha raggiunto in poco tempo un numero davvero consistente di cittadini in difficoltà», dicono in una nota i deputati del MoVimento 5 Stelle in commissione Lavoro alla Camera. A metà giornata interviene anche il vicepremier Luigi Di Maio: «Sono contento che tanti cittadini stiano chiedendo il reddito di cittadinanza, a breve dovranno firmare il patto per il lavoro», questo «è un circuito e
si rimette in moto l'economia».
Da Forza Italia invece fanno notare la percentuale di stranieri che hanno fatto ricorso a questo strumento, a dimostrazione delle difficoltà di integrazione di queste persone. «Con oltre 116.000 domande (più del 10%) gli stranieri che vivono in Italia si piazzano al terzo posto per numero di domande per avere il reddito di cittadinanza - scrive su Facebook la deputata azzurra Deborah Bergamini - Questo dato seppur virtuale mostra oggettive difficoltà nei processi di integrazione, ma smentisce anche chi sosteneva che il reddito sarebbe finito solo nelle tasche dei cittadini italiani».


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