giovedì 18 aprile 2013
Dopo il primo giorno di votazioni, conclusosi con un nulla di fatto, il segretario del Pd: «A noi la responsabilità di avanzare una proposta». Al primo scrutinio Marini lontano dal quorum, nel secondo Pd e Pdl votano scheda bianca (418 in tutto). Preferenze scese per Rodotà (232). Dietro sale Chiamparino (90). La Lega non ha preso parte alla chiama. 
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A Montecitorio sono appena state completate le operazioni per il secondo scrutinio per l'elezione del Capo dello Stato, ma dal clima quasi euforico della prima tornata di questa mattina si è passati a quello dimesso, se non smarrito, del nuovo “appello”. I numeri confermano il cambio di scenario: su 948 votanti (con la Lega non ha presenziato) che 232 Rodotà, 90 Chiamparino 38 D'Alema, 15 Marini, 13 Prodi, Bonino 10. Schede bianche 418 e 14 quelle annullate.Nel primo giorno di votazioni, il nome di Marini, candidato del Pd sostenuto anche dal Pdl, non solo non è stato risolutivo, ma ha spaccato letteralmente il Centrosinistra. Se al primo voto Marini aveva ottenuto 521 preferenze, al secondo scrutinio ne ha raggiunte 15, complice la scelta comune di due dei partiti maggioritari, Pd e Pdl, di votare scheda bianca. Sembrerebbe una bocciatura. Stando anche alle parole del segretario del Pd che ha insistito sulla necessità di «prendere atto di una fase nuova - ha osservato Pierluigi Bersani -. A questo punto penso tocchi al Pd la responsabilità di avanzare una proposta a tutto il Parlamento. Questa proposta sarà, come nostro costume, decisa con metodo democratico nell'assemblea dei grandi elettori», la cui convocazione è stabilita per domani. Ancora non è stabilito a che ora sarà l'incontro né tantomeno le modalità con le quali si svolgerà la riunione.Sullo sfondo della frattura tutta interna al Pd, il segretario del Pdl, Angelino Alfano, ha invitato i democratici a «trovare la soluzione idonea», ribadendo la disponibilità a votare in un quadro di larghe intese e, dall'altra, il leader di Sel Nichi Vendola ha chiesto a Bersani di convergere sul candidato “grillino” Rodotà.Nel frattempo resta da vedere se la candidatura di Marini verrà portata fino alla quarta votazione oppure no: l'ex sindacalista della Cisl già nelle prime ore del pomeriggio aveva fatto sapere di non volersi tirare indietro e aveva anche riferito di avere avuto rassicurazioni da Silvio Berlusconi sul fatto che il Pdl non avrebbe appoggiato altri candidati. Ma le parole di Bersani sulla «nuova fase» lascerebbero intendere un cambio di strategia nel Pd, spaccato al suo interno. ​E intanto tra i democratici c'è chi pensa a rilanciare una nuova candidatura per il Colle, e in particolare quella di Romano Prodi. L'idea del deputato Pd, Pippo Civati secondo quanto si apprende da fonti parlamentari, sarebbe quella di lanciare un appello insieme a Matteo Renzi, in arrivo a Roma in serata, e ai giovani del Partito democratico (sarebbero un centinaio) a votare per il Professore di Bologna. Ma in vista del quarto scrutinio (dove basterà la maggioranza assoluta) servirebbero anche i voti del Movimento 5 stelle che questa sera, al termine del secondo scrutinio, si riunirà per fare il punto sull'esito delle due votazioni e in vista dei nuovi sviluppi possibili. Civati, che svolge il ruolo di “pontiere” tra Pd e 5 stelle, avrebbe intenzione di parlare con i grillini domani mattina per cercare di convincerli a sostenere Prodi. Se solo una parte di M5S desse il suo appoggio, il Professore potrebbe essere eletto alla quarta votazione dove serve la maggioranza assoluta. Il nome di Massimo D'Alema, è tra quelli che pure continuano a circolare: seppur inviso dal Movimento 5 stelle, potrebbe trovare il favore del Pdl.

 

Il terzo scrutinio è previsto domani mattina alle 10. Il Pd, nel frattempo, sembra abbia chiesto uno slittamento, ancora non confermato, di qualche ora della IV votazione per l'elezione del presidente della Repubblica, prevista per venerdì pomeriggio.

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