venerdì 17 luglio 2020
Per il "Recovery Fund" è prevista la maggioranza qualificata. Budget 2021-2027 ridotto a 1.050 miliardi di euro da 1.074 su proposta della Danimarca. Dal pessimismo di Rutte al compromesso di Merkel
Merkel, Conte e Rutte al Consiglio europeo

Merkel, Conte e Rutte al Consiglio europeo - Ansa

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Iniziati i lavori della due giorni del Consiglio europeo straordinario sul Recovery Fund per la ripresa economica e il bilancio pluriennale dell'Ue per il 2021-2027. Un budget europeo 2021-2027 ridotto a 1.050 miliardi di euro da 1.074, cioè con una riduzione di 24 miliardi rispetto alla proposta avanzata dal presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, è la cifra messa sul tavolo dalla Danimarca (tra i Paesi frugali con Olanda, Austria e Svezia) durante la trattativa. Una cifra che anche gli olandesi sarebbero pronti a sottoscrivere e che potrebbe essere un punto di mediazione, a patto che la trattativa sul resto della partita, cioè il Recovery Fund, accontenti tutte le parti.

«Impraticabile la richiesta dell'Olanda sull'unanimità»
Il meccanismo di un "freno di emergenza", ipotizzato dal Consiglio europeo per andare incontro alle richieste intransigenti dell'Olanda, nel negoziato sulla governance del Recovery Plan, oltre a non essere accettabile per varie delegazioni (per l'Aja non è abbastanza stringente, mentre lo è troppo per altri) sarebbe di difficile applicazione sotto il profilo pratico. Si apprende da più fonti diplomatiche europee. L'Olanda spinge per un ruolo decisionale del Consiglio europeo sugli esborsi delle risorse europee per l'attuazione dei piani di riforma nazionali e appare inflessibile nella richiesta di un voto all'unanimità. Tuttavia da più parti viene spiegato che la base legale usata per il Recovery Fund è la stessa della Politica di coesione, e perciò non prevede l'unanimità. La proposta portata al vertice dal presidente del Consiglio, Charles Michel, prevede che la Commissione Ue conduca una valutazione, e il Consiglio la voti a maggioranza qualificata. Questa ipotesi rappresenta già un punto di mediazione rispetto alla proposta precedente della Commissione europea, che prevedeva un meccanismo di maggioranza inversa. L'Olanda vorrebbe esercitare una forma di controllo più incisiva sull'operato della Commissione europea nella governance del Recovery Fund, perché in passato - accusa l'Aja - Bruxelles ha usato diversi pesi e
diverse misure nel vigilare sull'applicazione del Patto di stabilità. Ma negli ambienti dell'esecutivo viene fatto notare, che negli anni, il Consiglio non ha mai votato contro le valutazioni della Commissione.

Dal pessimismo di Rutte al compromesso di Merkel
La riunione prende il via con una discussione con il presidente del Parlamento Ue, David Sassoli. «Negli anni passati ci hanno detto che quello che andava bene ai ricchi sarebbe andato bene anche ai poveri. Lo sappiamo tutti che non è andata così. Da troppi decenni chi nasce povero, resta povero. Da troppi decenni la mobilità sociale, così importante per la mia generazione, non funziona più. È per questo che il Parlamento chiede un progetto più ambizioso. Noi rappresentiamo tutti i cittadini europei e la grande maggioranza è composta da quelli che non ce la fanno». Così il presidente del Parlamento europeo ai leader Ue.


«Vedo poco meno del 50% di possibilità di raggiungere un accordo» sul Recovery Fund «entro domenica», afferma il premier olandese Mark Rutte al suo arrivo al Consiglio europeo. «È ancora possibile raggiungere un compromesso a questo vertice», ma «ci aspetta un duro lavoro», ha aggiunto Rutte, sottolineando la sua ferma intenzione di «vedere le riforme» in cambio degli aiuti.

«La linea rossa italiana è che la risposta sia adeguata ed effettiva, cioè concretamente perseguibile», sostiene il premier Giuseppe Conte. «Ho piena consapevolezza delle divergenze esistenti, ma anche forte determinazione che dobbiamo superarle e non nell'interesse solo della comunità italiana e dei cittadini italiani che hanno sofferto e stanno soffrendo molto, ma nell'interesse di tutti i cittadini europei».

«Le divergenze nelle posizioni sono ancora relativamente grandi, davanti a noi ci sono negoziati molto intensi e probabilmente lunghi. Ma sono ottimista sul fatto che riusciremo a raggiungere un risultato». Così il cancelliere austriaco Sebastian Kurz. «Di recente le cose si sono mosse nel verso giusto» con la nuova proposta di Charles Michel sul bilancio Ue che prevede uno sconto per l'Austria, dice Kurz, aggiungendo che «è cruciale» che gli aiuti siano usati per «riforme lungimiranti e non per progetti orientati al passato».

«Dobbiamo guardare in faccia la realtà» della crisi «e tutti devono davvero essere disposti a scendere a compromessi in modo da poter ottenere qualcosa di buono per l'Europa». Lo sostiene la cancelliera tedesca Angela Merkel arrivando al Consiglio europeo, sottolineando che «sarebbe auspicabile giungere oggi a un risultato» sul Recovery Fund.

«Anche se» l'incontro di oggi «sarà difficile, sono convinto che con coraggio politico sia possibile raggiungere un accordo». Così il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, arrivando al vertice straordinario sul Recovery Fund e il bilancio Ue 2021-2027. «Abbiamo lavorato duramente per preparare questo vertice - afferma -. So che sarà difficile: non si tratta solo di soldi, ma di persone, del futuro dell'Europa, della nostra unità».

«Dobbiamo superare questa crisi ed emergere più forti da questa crisi. Tutti i pezzi necessari per un accordo sono sul tavolo. Una soluzione è possibile. Molto è in gioco, ed una soluzione è quella che si aspettano i nostri cittadini da noi. Con next generation Eu e un convincente quadro finanziario europeo abbiamo la possibilità non solo di superare la crisi ma anche di modernizzare il nostro mercato interno e la nostra unione e portare avanti il green deal e la digitalizzazione». Così la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

«È un Consiglio europeo eccezionale interamente dedicato al piano di rilancio e al bilancio europeo è un momento di verità e ambizione per l'Europa - afferma il presidente francese Emmanuel Macron -. Stiamo vivendo una crisi inedita dal punto di vista sanitario ed economico è in gioco il nostro progetto europeo, sono fiducioso ma prudente porterò il massimo dell'ambizione e insieme alla cancelliera Merkel e al presidente Michel faremo di tutto perché si trovi un accordo».

«La Spagna partecipa a questo vertice con l'intenzione di raggiungere un accordo. Difenderemo gli interessi nazionali», per esempio «nel settore agricolo, e anche nel modo in cui concepiamo la governance» del Recovery Fund, «ma con uno spirito costruttivo, per poter raggiungere un accordo». Così il premier spagnolo, Pedro Sanchez.

«Non siamo d'accordo» con la condizionalità sullo Stato di diritto. Così il premier polacco Mateusz Morawiecki arrivando al vertice europeo. Mettere come condizione il rispetto dello Stato di diritto per accedere ai finanziamenti Ue è «arbitrario» ed è «una minaccia per la certezza del diritto». Un'altra linea rossa per il leader polacco sono i rebate, i rimborsi sui contributi al bilancio Ue. «I Paesi ricchi hanno l'idea di approfittare del meccanismo, ma ci opporremo».

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