giovedì 1 dicembre 2016
Il sindaco: una mozione per far uscire la città dall'Osservatorio sull'Alta velocità. La replica del commissario di governo: così il Comune perde un'opportunità, ma andremo avanti lo stesso
Appendino schiera Torino contro la Tav
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Era attesa, in qualche misura annunciata. Eppure la decisione del sindaco di Torino, Chiara Appendino, di presentare, attraverso una mozione della maggioranza dei Cinque stelle in Comune, la richiesta di uscire dall'Osservatorio sulla Tav, ha provocato il primo caso politico all'ombra della Mole. "Siamo fortemente contrari alla Tav, un investimento che anche alla luce dei benefici previsti non riteniamo necessario o prioritario. Pensiamo che quelle risorse andrebbero investite meglio" ha spiegato il primo cittadino torinese, motivando la sua scelta.

Immediata la replica dell'Osservatorio, che nell'ultimo decennio ha cercato di compiere un'attività di mediazione coi Comuni, dopo le approssimazioni e gli errori legati all'avvio dell'opera. "L'Osservatorio sulla Torino-Lione è un tavolo di confronto. Uscendone, la città di Torino perde un'opportunità" ha sottolineato il commissario di governo e presidente dell'Osservatorio, Paolo Foietta. A provocare polemiche è stata soprattutto la mossa unilaterale operata da Appendino, che ha riscosso peraltro forti apprezzamenti da parte della sua base elettorale, dentro e fuori il Movimento. "Lunedì, con il voto in Sala Rossa della mozione, sarà un grande giorno per la Val Susa" ha detto Francesca Frediani, consigliere regionale grillina. Di "decisione promessa e lungamente attesa", oltreché di un "segnale politico forte", ha parlato anche il Movimento No Tav, mentre il Pd, per bocca del senatore Stefano Esposito, ha ribadito che "nessuna mozione potrà interrompere l'opera".

Sullo sfondo, resta il piano di ratifica tra Italia e Francia, al vaglio della Camera. "L'Osservatorio continuerà anche senza Torino" ha promesso Foietta. Lo scontro tra Roma e Torino, sui binari dell'Alta Velocità, si è dunque riaperto.

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