martedì 14 febbraio 2017
L'ex presidente della Camera ha ricevuto un avviso di garanzia. "Atto dovuto". Il sequestro nato da una costola dell'inchiesta che a dicembre ha portato in carcere cinque persone
Fini indagato per riciclaggio. Ai Tulliani sequestrati beni per 5 milioni
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L'ex presidente Gianfranco Fini è indagato per riciclaggio nell'ambito dell'inchiesta che ha visto questa mattina la Guardia di Finanza perquisire e sequestrare 5 milioni a Sergio, Giancarlo ed Elisabetta Tulliani, moglie di Fini.
Il sequestro nasce da un approfondimento investigativo dell'attività d'indagine che aveva condotto il 13 dicembre scorso, all'arresto di Francesco Corallo, Rudolf Theodoor Anna Baetsen, Alessandro La Monica, Arturo Vespignani e Amedeo Labocetta in quanto capi e partecipi di un'associazione, dedita ai reati di peculato, riciclaggio e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Il profitto illecito dell'associazione, oggetto di riciclaggio, una volta depurato, secondo chi indaga sarebbe stato impiegato da Francesco Corallo in attività economiche e finanziarie, in acquisizioni immobiliari, e destinato anche ai membri della famiglia Tulliani. "L'avviso di garanzia è un atto dovuto. Ho piena fiducia nell'operato della magistratura, ieri come oggi" è stato il primo commento a caldo di Fini.

Un giro di riciclaggio di oltre 7 milioni di euro. A tanto ammontano, secondo la guardia di finanza, i profitti illeciti accumulati da Sergio e Giancarlo Tulliani, suocero e cognato di Fini. A loro e a Elisabetta Tulliani, moglie di Fini, i finanzieri hanno sequestrato stamani beni per cinque milioni di euro, con riferimento ai reati di riciclaggio, reimpiego ed autoriciclaggio posti in essere dal 2008. Oggetto di queste vorticose operazioni, tra l'altro, sono stati i 2,4 milioni di euro, direttamente ricevuti da Francesco Corallo e, successivamente, trasferiti da Sergio Tulliani ai figli Giancarlo ed Elisabetta per essere reimpiegati in acquisizioni immobiliari a Roma e provincia. Nonché il plusvalore di oltre 1,2 milioni di euro, derivante dalla vendita dell'appartamento di Montecarlo, già di proprietà di Alleanza Nazionale di cui erano divenuti proprietari, di fatto, i fratelli Tulliani, a spese di Francesco Corallo, il quale aveva anche provveduto all'intera creazione delle società offshore dei Tulliani. Le perquisizioni a carico di Sergio e Giancarlo Tulliani, eseguite nel corso dell'operazione di dicembre, nonché l'esito degli accertamenti bancari sui rapporti finanziari intestati ai membri della famiglia Tulliani hanno svelato nuove presunte condotte di riciclaggio, reimpiego ed autoriciclaggio messe in atto da Sergio, Giancarlo ed Elisabetta Tulliani.I Tulliani dopo aver ricevuto, direttamente o per il tramite delle loro società offshore, enormi trasferimenti di denaro disposti da Francesco Corallo ed operati da Rudolf Baesten, privi di qualsiasi causale o giustificati con documenti contrattuali fittizi, avrebbero trasferito e occultato, con fraziona, enti e movimentazioni ad hoc, il profitto illecito dell'associazione utilizzando propri rapporti bancari, accesi in Italia e all'estero.

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