giovedì 26 agosto 2010
Due alpinisti italiani, Francesco Oreggioni e Davide Grassi Monti,  sono morti questa mattina in un incidente sul Monte Bianco. Forse a causa dell'elevata temperatura in quota, il pendio di neve su cui stavano camminando ha ceduto e li ha trascinati lungo un canale per 400 metri.
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Le condizioni meteorologiche perfette, l'ottima preparazione tecnica e il pieno rispetto dei tempi di salita non hanno potuto evitare oggi a due alpinisti lombardi l'appuntamento con la morte, sul massiccio del Monte Bianco.Una trappola imprevedibile ha atteso, alle 9 circa, sulla spalla terminale della via Kuffner, poco sopra i 4 mila metri, Francesco Oreggioni, 25 anni, della Valchiavenna (Sondrio), partecipante al corso per aspiranti guida Società delle guide alpine lombarde, e Davide Grassi Monti, di 38 anni, di Solaro (Milano). Forse a causa dell'alta temperatura in quota, il pendio di neve su cui stavano camminando ha ceduto e li ha trascinati lungo un canale per 400 metri, uccidendoli sul colpo.Ad accorgersi della tragedia sono stati due alpinisti francesi che si trovavano poco più sotto. Dai 4.000 mila metri è partita immediatamente una telefonata a Chamonix (Francia), ai gendarmi del "Peloton d'haute montagne" che hanno allertato il soccorso alpino valdostano e la guardia di finanza di Entreves. I corpi sono stati immediatamente recuperati e trasportati alla camera mortuaria di Courmayeur.Oreggioni e Grassi Monti erano partiti all'alba dal bivacco della Fourche (3.750 metri di altitudine) in direzione Mont Maudit (4.465 metri), una vetta situata tra il Monte Bianco e il Mont Blanc du Tacul, sulla linea di frontiera tra l'Italia e la Francia. Un percorso di roccia e ghiaccio, di media difficoltà, considerato una delle più suggestive vie di cresta di tutte le Alpi con vista panoramica sul versante italiano del Monte Bianco. L'incidente è avvenuto proprio nella parte terminale del crinale (spalla), prima della discesa che dà poi accesso alla via normale del Mont Maudit.Proprio in questa zona Oreggioni avrebbe dovuto sostenere a inizio settembre gli esami di "alta montagna classica" e di "alta montagna difficile" che gli avrebbero aperto le porte alla professione di guida alpina. Tre anni fa lo stesso Oreggioni, sul Sasso Manduino, nella sua Valchiavenna, era scampato a un incidente in cui aveva perso la vita il suo compagno di cordata, Corrado Libera, precipitato nel vuoto a causa della rottura di una corda di sicurezza.
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